BEE DAY. Apicoltori in crescita a Pistoia: raddoppiati in dieci anni La produttrice: passione, investimenti graduali e desiderio di preservare la biodiversità

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PISTOIA – Più che raddoppiati, da 362 a 742 in un decennio: è questo il balzo in avanti del numero di apicoltori registrati a Pistoia. A evidenziarlo è Coldiretti Pistoia, che diffonde i dati in occasione della Giornata Mondiale delle Api, celebrata il 20 maggio.

“Un segnale incoraggiante, nonostante le difficoltà che continuano a pesare su chi sceglie l’apicoltura -commentano da Coldiretti, sottolineando come le elaborazioni, basate sui dati del Sistema Informativo Veterinario, parlino chiaro-: i professionisti del settore sono cresciuti del 109%, passando da 142 nel 2014 a quasi 300, mentre tra gli apicoltori amatoriali (hobbisti) l’aumento è del 102%. Tra le motivazioni della crescita: basse barriere all’ingresso, gli investimenti iniziali non elevati (con la possibilità di crescere poco alla volta), ma soprattutto tanta passione e voglia di preservare la biodiversità”.

Lara Volpini è la titolare di Agrinettare, piccola azienda agricola di Marliana sulle colline pistoiesi, che porta il suo miele nei mercati Campagna Amica di Pistoia. Una delle tante nuove attività professionali che hanno ‘abbracciato’ il mondo delle api. Prima hobbista, dal 2024 è diventata imprenditrice agricola.

“Per diventare apicoltore ci vuole tanta passione, ma la possibilità di crescere gradualmente facilita. Io avevo qualche arnia nell’uliveto che mi davano il miele per autoconsumo. Poi, la passione mi ha portata a trasformare l’hobby in attività professionale, crescendo gradualmente, cosa che facilita. Oggi ho 10 arnie e vendo il mio miele nei mercati Campagna Amica della provincia. Certo i problemi non mancano, ma ci aiuta la voglia di mangiare cibi genuini ‘come la natura ci offre’”.

“Il Bee Day ci ricorda l’importanza vitale delle api per il nostro pianeta, per l’alimentazione e per la salute di tutti. Le api garantiscono la riproduzione del 75% delle colture alimentari – spiega Coldiretti–. Senza di loro frutta, verdura, ortaggi, legumi, la frutta le nostre tavole sarebbero vuote. Dalla loro salute dipende la nostra sicurezza alimentare. Ma il loro mondo è minacciato dai cambiamenti climatici e dagli eventi estremi che rendono i raccolti di miele instabili, dall’inquinamento prodotto dalle attività umane che favorisce la moria delle famiglie, da malattie ed insetti come la varroa e la vespa velutina e dal miele straniero di bassa qualità che arriva in Italia a prezzi stracciati minando la sostenibilità economica degli agricoltori. È un equilibrio fragilissimo che dobbiamo tutelare tutti insieme partendo dal sostenere i prodotti dei nostri apicoltori la cui presenza è vitale soprattutto nelle aree più marginali dove questa attività è più diffusa”.

Concorrenza sleale. La crescita del numero degli apicoltori ha riguardato tutta la Toscana. Ma la produzione complessiva è sufficiente per coprire solo il 50% del fabbisogno nazionale. Insomma, non basta! A far crollare la produzione nazionale è anche l’andamento climatico che distrugge le fioriture spalcando le porte alle importazioni di mieli di scarsa qualità e dubbia provenienza, spesso adulterati e tagliati con altri dolcificanti, dove le attenzioni per la salute e le regole di produzione sono meno stringenti. Per evitare di consumare miele di bassa qualità – consiglia Coldiretti Toscana – è fondamentale prestare attenzione all’origine riportata sull’etichetta o, se possibile, rivolgersi direttamente ai produttori locali, come nelle aziende agricole, negli agriturismi o nei mercati di Campagna Amica.

Un ulteriore aiuto arriva dalla recente Direttiva Breakfast dell’Unione Europea, che ha introdotto l’obbligo di un’etichetta chiara e ben visibile che indichi il Paese di origine, nonché avviato un processo per la creazione di un sistema di tracciabilità del prodotto. La dicitura “Italia” deve obbligatoriamente apparire sulle confezioni di miele prodotto esclusivamente in Italia (ad esempio, “Miele Italiano”), mentre se il miele proviene da diversi Paesi dell’Unione Europea, l’etichetta dovrà riportare la frase “miscela di mieli originari della Ue”, specificando i Paesi di origine (per esempio, Italia e Ungheria). Se invece il miele proviene da Paesi extra Ue, l’etichetta dovrà recare la dicitura “miscela di mieli non originari della Ue”, con i nomi dei Paesi indicati; nel caso di una miscela che comprende sia mieli provenienti dalla Ue che da Paesi non Ue, dovrà essere scritto “miscela di mieli originari e non originari della Ue”, sempre con l’indicazione dei Paesi di origine.

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