Mesenotizie la voce delle province

PESCIA - Il Vescovo emerito di Pescia, Mons. Roberto Filippini, insieme agli altri vescovi toscani, è atterrato intorno alle 20:30 di questa sera all’aeroporto di Milano Malpensa con un volo civile proveniente da Amman, capitale della Giordania. La delegazione, composta dai vescovi della Toscana, stava partecipando a un «pellegrinaggio di vicinanza e di solidarietà» in Terra Santa, iniziato lunedì 9 giugno. Il viaggio si è svolto in un clima di assoluta sicurezza e serenità, secondo il programma previsto, con momenti di fraternità e incontro con la popolazione locale, sia a Gerusalemme – dove il gruppo era alloggiato – sia a Betlemme. Tuttavia, nella notte tra giovedì 12 e venerdì 13 giugno, l’attacco missilistico condotto da Israele sull’Iran ha improvvisamente cambiato la situazione, costringendo la delegazione a rivedere i propri piani. Il volo di rientro originariamente previsto per la sera del 13 giugno da Tel Aviv è stato infatti cancellato. Da qui il trasferimento del gruppo in Giordania, aiutati dai francescani della Custodia di Terra Santa e dalla Nunziatura apostolica. Il tutto è stato seguito dall’Ambasciata Italiana.

Il messaggio di Filippini al termine di questa esperienza vuole dare voce al dolore di un’umanità ferita dalla guerra, dalla violenza e dalla sete di potere.

Ecco le parole del vescovo Roberto che ci ha inviato mentre attendeva il volo di rientro in Italia: «Sono il più vecchio della CET in Terra santa per questo pellegrinaggio di solidarietà e di pace: mi hanno chiesto quindi di presiedere la prima eucarestia ,appena arrivati. Era la festa di Maria Madre della Chiesa e ho scelto come prima lettura il testo della Genesi che inizia con la domanda del Signore: Adamo dove sei?

Ebbene è proprio a questa domanda che il nostro viaggio ha cercato di rispondere – racconta Filippini - scendendo nel baratro di sofferenza, distruzione e morte in cui è precipitata l'umanità ubriacata dalla volontà di potere, di dominio e di possesso. Negli incontri di questi intensi giorni abbiamo conosciuto da testimoni credibili le sciagurate scelte di chi senza pietà persegue strategie di terrore e di eliminazione dell'altro: è l'uomo divenuto Caino che non accetta la diversità e vuole risolvere i conflitti con la violenza che annienta. Abbiamo però trovato anche tanti Abele dall'una e dall'altra parte che soffrono e subiscono la prepotenza di chi comanda e non ascolta il grido del sangue innocente che giunge al trono di Dio. Nel Vangelo sotto la Croce ci sono Maria e Giovanni, che il Crocifisso affida uno all'altra: questa è l'umanità nuova che dall'abisso risale con l'amore che accoglie e si prende cura, che ricompone la comunione ferita e getta semi di speranza.

Ma in mezzo alle tenebre il vescovo Filippini ha incontrato anche segni di luce: uomini e donne, religiosi e laici, che non hanno dimenticato l’umanità e si impegnano per la pace, la cura, la riconciliazione.

«Dove sei Adamo? Anche qui: dove abbiamo incontrato persone religiose e laiche che non si sono scordate di essere umane...che si impegnano nel soccorrere, aiutare e promuovere vie di riconciliazione e di fraternità. Tanti gruppi che si dedicano a sanare le piaghe fisiche e psichiche e spirituali, con infinita pazienza, sperando al di là di ogni umana speranza, sapendo che la storia della salvezza continua , attraverso le apparenti inestricabili torsioni degli eventi . Non finisce la ricerca della pace in questa notte buia del male e dell'odio, le misericordie di Dio non sono finite. La Madre della Chiesa non abbandona i figli e intercede per loro, per tutti, tutti, tutti».


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