Mesenotizie la voce delle province

PISTOIA - Nel mese di febbraio il programma teatrale offre molte rappresentazioni davvero interessanti. Ci sono opere per tutti i gusti e per tutte le età. Di seguito il dettaglio di tutti gli spettacoli.

Teatro Comunale Lamporecchio
Prevendita: 333 9250172 - 0573 991609 www.teatridipistoia.it
Sabato 6 FEBBRAIO 2016, ore 21
CI SCUSIAMO PER IL DISAGIO
uno spettacolo teatrale de Gli Omini
di e con Francesco Rotelli, Francesca Sarteanesi, Giulia Zacchini, Luca Zacchini
Associazione Teatrale Pistoiese Centro di Produzione Teatrale

La stazione di una periferia non è solo un luogo di passaggio. Non è un momento di transito, non è solo un non luogo. La stazione di una città piccola ha una sua identità, i suoi abitanti, le sue voci, le sue regole.
Gli Omini sono stati un mese alla Stazione di Pistoia, sui binari, nel bar a consumazione obbligatoria ogni due passaggi, verso i bagni, sulle panchine. Hanno capito le regole e le hanno viste infrangere. Hanno incontrato la gente. Alcuni pendolari, molti ex carcerati, altrettanti in libertà vigilata, piccioni, studenti confusi, marchettari, gente che si sposta in treno perchè non ha più la macchina, coppie di ogni tipo, amore in ogni forma, piccioni, tossici, barboni suonatori di mandolino, donne che alla stazione leggono e poi parlano come un libro stampato, piccioni.
Gente che si nasconde, gente da guardare con la coda dell'occhio. Gente che guarda i treni passare e che deve stare lontano dalla linea gialla.
Ci scusiamo per il disagio ha debuttato a luglio 2015 nel Deposito dei Rotabili Storici di Pistoia, un luogo carico di memoria, un angolo protetto, e non per tutti conosciuto, della città che è stato aperto al pubblico diventando la scenografia con i suoi binari morti e i suoi vagoni d’epoca.

Una delle linee ferroviarie più antiche d’Italia. Un’impresa di costruzione folle. 99 chilometri di strada ferrata con 47 gallerie, 35 ponti e viadotti, 550 metri di dislivello. Punti panoramici vertiginosi. Fermate nel mezzo del bosco di castagni. Un fiume che segue i binari con cascate e spiaggette. Stazioni interdette. Costruzioni in rovina.
Paesini, paesoni, tre case, montagna. Un’opera d’arte.
La Ferrovia transappenninica Porrettana, che unisce Pistoia a Bologna, ha avuto fin dalla sua nascita, nel 1864, una storia travagliata, di idee grandiose, sogni, sacrifici, difficoltà enormi, perdite, costruzioni straordinarie. Dopo un periodo di chiusura della linea, alla fine del 2014 il treno ha ripreso il suo cammino e la Ferrovia ha festeggiato i suoi 150 anni.
Attorno alla Porrettana è nato quindi un percorso di rilancio della sua identità che passa attraverso il recupero della memoria, la cultura dei territori e l'esperienza dell'oggi: un percorso in cui anche il teatro fa la sua parte e scende in campo con il “PROGETTO T.”, la nuova sfida produttiva che vede protagonista l'Associazione Teatrale Pistoiese-Centro di Produzione Teatrale per il triennio 2015/2017 assieme a Gli Omini (Francesco Rotelli, Francesca Sarteanesi, Giulia Zacchini e Luca Zacchini), dal 2014 compagnia in residenza presso il teatro pistoiese, premio Enriquez per l'innovazione drammaturgica e la ricerca sociale, gruppo tra i più innovativi della scena nazionale.
La strada per ridare identità a questa grande opera d’arte è ancora lunga. La missione è riportarla in vita, documentarla, trasporla in qualcos’altro, far rinascere gli spazi e popolarli di gente e attività.
In questo contesto si inserisce il “Progetto T.” È partito dalla Stazione di Pistoia, sale in Treno. Arriverà a Porretta Terme. Offrirà ascolto, raccoglierà immagini, confessioni, volti e racconti, e restituirà spettacoli. Indagini e interviste territoriali, alla ricerca di storie e personaggi. Performance, installazioni che siano lo specchio di questo territorio per un Teatro che nasce dalla realtà e dalle persone vere. Eventi su una delle linee ferroviarie più antiche d'Italia e nei suoi luoghi abbandonati. Tre anni per trasformare un vagone in Teatro viaggiante, uno spazio culturale mobile.





Piccolo Teatro Mauro Bolognini Pistoia
Piccolo Sipario. A Teatro con la famiglia
Prevendita: 0573 991609 – 27112 www.teatridipistoia.it

Domenica 7 Febbraio, ore 16 (per le famiglie)
Lunedì 8 e Martedì 9 Febbraio, ore 10 (per le scuole)
SHERLOCK HOLMES
concept Francesca Pennini
regia e drammaturgia
Angelo Pedroni, Francesca Pennini
coreografie e partiture fisiche Francesca Pennini
in collaborazione con gli interpreti
con Simone Arganini,
Giulio Santolini, Daniele Bonaiuti, Roberto De Sarno
(fascia d’età indicata: 8-11 anni)

Scrive Arthur Conan Doyle, il padre di “Sherlock Holmes”, che “il mondo è pieno di cose ovvie che nessuno si prende mai la cura di osservare”. L’idea che guida le parole e le azioni di questo spettacolo è la volontà assoluta, liberissima, giocosa, di rovesciare quella verità e osservare con divertita ostinazione il mondo. Sherlock Holmes, il suo celebre metodo fondato sul binomio osservazione e deduzione, si reincarna sulla scena in un anomalo terzetto di investigatori contemporanei, animati da una inesauribile voglia di andare oltre il volto immediato e ingannevole della realtà, di analizzare i dettagli e ipotizzare possibili soluzioni. Nella sua sorprendente somiglianza con i meccanismi profondi della curiosità infantile, l’applicazione rigorosa e nello stesso tempo umoristica del metodo deduttivo è lo strumento di un viaggio di scoperta e investigazione di quel pezzo di mondo, di quel vero e proprio microcosmo che è il teatro. Un viaggio che diventa esplorazione della relazione ambigua tra realtà e finzione, verità e apparenza, artificio tecnico e autenticità di emozione. Quella che si viene compiendo sulla scena, “teatro del crimine” in una inedita accezione, è dunque una vera e propria anatomia in presa diretta, uno sguardo telescopico che si irradia sull’intero spettro del visibile e del sensibile. L’analisi clinica e interattiva di un campione del pubblico (lo spettatore non è forse parte integrante dell’accadimento teatrale?), convive allora con lo smontaggio e il rimontaggio della creazione artistica, innescando una riflessione sull’arte performativa e la sua relazione con la vita. La pluralità delle ipotesi ricostruttive dei movimenti coreografici di uno spettacolo, a partire dagli indizi lasciati sulla “scena del delitto”, si traduce in un vertiginoso atlante concentrato della danza, dal minimal alla contact improvisation, dalla metal al musical, perché il linguaggio del corpo ha estensione infinita, come infinito e aperto è il catalogo delle ipotesi sul mondo, se si parte dalla sua osservazione analitica. Tecnica e immaginazione si sorreggono a vicenda. Il teatro è metafora della immaginazione umana e della vita stessa, universo espressivo totale e complesso, di cui non si tralascia nulla, neanche il versante spaziale-costruttivo, così ricco di aspetti carichi di potenzialità, quando si possieda un occhio ricco di acume investigativo. Così, l’occhio di una telecamera, moderno erede della lente di Sherlock Holmes, nella sua assoluta libertà di indagine scruta, analizza, rielabora tutti i recessi dello spazio-mondo: persone e oggetti, spettatori e proiettori, costumi e note di regia, e non si preoccupa di superare le pareti del teatro per puntare sulla vita là fuori che continua a scorrere, o di farsi strada dietro le quinte. Perché “le cose ovvie di cui è pieno il mondo”, se osservate, guardate, scrutate, possono dirci qualcosa di nuovo, rivelare un volto segreto.

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STAGIONE SINFONICA PROMUSICA 2015/2016
Teatro Manzoni Pistoia
Prevendita: 0573 991609 – 27112 www.teatridipistoia.it

GIOVEDI 11 FEBBRAIO 2016, ore 21
ORCHESTRA LEONORE - FONDAZIONE PROMUSICA PISTOIA
DANIELE GIORGI – direttore
ALBAN GERHARDT – violoncello
Robert Schumann Concerto per violoncello e orchestra in La minore Op. 129
Robert Schumann Sinfonia n. 2 in Do maggiore Op. 61
Il prossimo appuntamento della Stagione Sinfonica Promusica vedrà interprete il grande violoncellista tedesco Alban Gerhardt assieme all'Orchestra Leonore per un viaggio nel mondo poetico di Robert Schumann. Protagonista assoluto del celeberrimo Concerto Op. 129, nella seconda parte Gerhardt si unirà all'Orchestra che, con la direzione di Daniele Giorgi, restituirà gli accenti struggenti ed epici della più beethoveniana delle sinfonie di Schumann, la Seconda.
Sull’onda del felice esordio dell'Orchestra Leonore, nata lo scorso anno, la Stagione Sinfonica 2015/2016 della Fondazione Pistoiese Promusica, promossa e sostenuta dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia, punta in alto con un ricco e variegato calendario di appuntamenti firmato dal Direttore Musicale Daniele Giorgi.
La nuova Stagione, realizzata con la collaborazione organizzativa dell’Associazione Teatrale Pistoiese, propone otto concerti in abbonamento (uno in più della passata stagione) in programma fino al 5 maggio al Teatro Manzoni di Pistoia. Protagonista, insieme ad eccellenti ospiti, l’Orchestra Leonore della Fondazione Promusica, formata da musicisti attivi in prestigiosi ambiti cameristici e con esperienze in importanti orchestre internazionali (Lucerne Festival Orchestra, Berliner Philharmoniker, Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Mahler Chamber Orchestra, Chamber Orchestra of Europe, Orchestra Mozart). Dopo il suo primo anno di attività, l’Orchestra Leonore si è guadagnata l’attenzione del mondo musicale italiano per la straordinaria naturalezza delle sue interpretazioni e per l’intesa gioiosa fra i suoi musicisti, ed è stata invitata come ospite in diverse importanti stagioni concertistiche italiane.
Per informazioni: www.fondazionepromusica.it

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Teatro Montand Monsummano Terme
Prevendita: 0572 954474 - 0573 991609 www.teatridipistoia.it e www.boxol.it

Sabato 13 FEBBRAIO 2016, ore 21
LE INTELLETTUALI
di Molière
traduzione Cesare Garboli
adattamento e regia Monica Conti
con Maria Ariis, Stefano Braschi, Marco Cacciola, Monica Conti, Federica Fabiani,
Gaia Insenga, Miro Landoni, Stefania Medri, Roberto Trifirò
Elsinor Centro di Produzione Teatrale

Le intellettuali ( titolo originale Les femmes savantes ) furono date per la prima volta a Parigi, al Palais Royal, l'11 marzo 1672. La scena si svolge in una “casa”, quella del ricco borghese Crisalo. Clitandro, rifiutato da Armanda, figlia di Crisalo e Filaminta, vuole sposare la sorella di lei Enrichetta. Il padre è favorevole al matrimonio ma la madre, amante della cultura e della scienza, la vuole invece dare in sposa a Trissottani, un pedante vanesio idolatrato da lei e dalle altre due “intellettuali” di casa, Armanda e la zia Belisa. Il contrasto tra padre e madre per la scelta del genero si risolve nel momento in cui arriva il finto annuncio che la famiglia di Enrichetta è completamente rovinata economicamente, annuncio portato da Aristo, zio delle ragazze. Trissottani infatti, interessato a sposare una ricca ereditiera, si tira subito indietro, lasciando via libera a Clitandro. Le intellettuali è uno dei testi più particolari e interessanti del commediografo francese ma è sicuramente meno conosciuto e meno rappresentato rispetto ad altri suoi grandi classici come "Il Tartufo", "Il Misantropo" o "La scuola delle mogli". Uno dei motivi principali è la mancanza del protagonista assoluto tanto caro ai primi attori, ma altrettanto importante è il fatto che la commedia pare “ non avere centro” per la ricchezza infinita di prospettive che offre. Vi si celebra continuamente il potere ma “ è potere la cultura, ed è potere l'ignoranza; è potere l'intellettuale, ed è potere la serva di casa; è potere la tradizione ed è potere la novità; è potere il maschio ed è potere la femmina: perchè il potere non ha sede né volto, cambia faccia e posizione a seconda di chi lo detiene”, come nota Cesare Garboli. Per noi oggi sono proprio questa “mobilità” estrema del potere , questo continuo cambio di prospettive, questa coralità priva di “grandi personaggi” a renderla invece particolarmente interessante e contemporanea. E a consentirci di ridere di molti nostri atteggiamenti. Con Le intellettuali prosegue il lavoro di Monica Conti su Molière iniziato nel 2002 con Il medico per forza interpretato da Gianrico Tedeschi e tradotto appositamente da Cesare Garboli per quella edizione. Per gli attori Molière è ricerca, invenzione, laboratorio e follia. Per questo lavoro Elsinor costituisce una staordinaria compagnia, con un notevole sforzo produttivo.

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Teatro Manzoni Pistoia
Da venerdì 12 a domenica 14 FEBBRAIO 2016 (feriali ore 21, festivo ore 16)
Prevendita: 0573 991609 – 27112 www.teatridipistoia.it

CHI E' DI SCENA
scritto da Alessandro Benvenuti
con Alessandro Benvenuti,
Paolo Cioni, Maria Vittoria Argenti
regia Alessandro Benvenuti
Arca Azzurra Teatro
Dopo il grande successo ottenuto due stagioni fa con Un comico fatto di sangue un altro gradito ritorno è con il volto toscano forse più amato dal nostro pubblico: Alessandro Benvenuti.
Chi è di scena ha debuttato lo scorso luglio al festival “11 lune” a Peccioli.
Particolarità di questo spettacolo è che vede la presenza in scena di Alessandro Benvenuti non straordinario monologante come sempre, ma affiancato da altri due interpreti (a Pistoia non succedeva dal 1999!): Paolo Cioni (protagonista di valore a teatro di Pinocchio di Ugo Chiti e al cinema di I primi della lista e Fino a qui tutto bene, entrambi diretti da Roan Johnson) e la giovane Maria Vittoria Argenti. Nel suo ultimo testo Benvenuti (prossimamente tra gli interpreti in tv dei nuovi episodi de I delitti del BarLume, tratti dai romanzi di Marco Malvaldi e diretto proprio da Roan Johnson) interpreta uno stravagante e chiacchierato uomo di teatro scomparso dalle scene improvvisamente e apparentemente senza un plausibile motivo da cinque anni, che viene rintracciato per un caso fortuito da un giovane fan.
A lui, l’uomo decide di rilasciare un’intervista per spiegare le ragioni della sua scelta e svelare così il mistero che si è creato intorno a questa. Lo invita perciò a casa sua.
Testimone silente di questo loro incontro è però una giovane donna che, giacendo seminuda su una chaise longue di spalle ai due, sembra dormire un sonno profondo. E…
Come spesso accade nei lavori di Alessandro Benvenuti, quel che appare si scopre tutt’altro che vero, e quel che è vero si svela in un intreccio giocoso e imprevedibile, con una specie di doppio salto mortale drammaturgico che accompagna lo spettatore a un finale assolutamente inaspettato che gioca con leggerezza con le vicende pubbliche e private dei tre protagonisti, sull’intreccio tutt’altro che evidente dei loro rapporti, affrontando insieme tematiche di grande attualità sociale.
Il tutto ovviamente con il linguaggio forte, pastoso, ricco dei testi di Benvenuti, assolutamente esplicito, lineare, venato di ironia con punte di corrosività sarcastica e sempre di una comicità istintiva e feroce.


IL TEATRO SI RACCONTA
Incontro con la compagnia
Sabato 13 FEBBRAIO 2016, ore 17,30
Saleta soci Coop Unicoop (Viale Adua, 4 Pistoia)
conduce l'incontro Valentina Grazzini, giornalista e critico di teatro
ingresso libero fino ad esaurimento posti



Teatro Manzoni Pistoia
Da venerdì 19 a domenica 21 FEBBRAIO 2016 (feriali ore 21, festivo ore 16)
Prevendita: 0573 991609 – 27112 www.teatridipistoia.it

DUE DONNE CHE BALLANO
di Josep Maria Benet i Jornet
traduzione Pino Tierno
con Maria Paiato, Arianna Scommegna
regia Veronica Cruciani
Centro d'Arte Contemporanea Teatro Carcano

Questa novità assoluta è l'occasione per la prima volta al Manzoni di due attrici più affermate (e premiate) del teatro italiano: Maria Paiato e Arianna Scommegna, dirette da una donna (Veronica Cruciani). In verità la Paiato era già stata a Pistoia in piccoli ruoli (in spettacoli di Sepe con Tieri/ Lojodice e con Milva) e ospite di nostre rassegne (Cara professoressa, Un cuore semplice e La Maria Zanella), ma è la prima volta che l'attrice (ultima dei grandi interpreti 'valorizzata' da Ronconi) è 'in stagione'. Arianna Scommegna arriva dopo il Premio Ubu vinto nel 2014 per Ritorno a casa di Pinter diretta da Peter Stein.
Una donna anziana e una giovane chiamata a farle da badante. Tutte e due schive, energiche, sarcastiche ed eroiche. Si odiano e si detestano perché sono simili, perché ognuna ha bisogno dell'altra, e, nella solitudine delle rispettive vite, sono l'una per l'altra l'unica presenza confortante. Consumano le ore che passano insieme beccandosi, pungendosi e confessando di sé quello che solo a un estraneo si riesce a confessare.
Ballano. Come balla una nave in balìa delle onde. Ballano la danza dell'esistenza dura e difficile di chi porta dentro una sofferenza ma fuori esibisce una faticosa immagine di forza e autosufficienza. Ballano come una coppia estratta dal mazzo della casualità, quando nelle balere due sconosciuti si trovano a ballare insieme. E per questo ballo non ci sono cavalieri, non ci sono uomini possibili, non ci sono mariti, padri o figli ad accompagnarle. Ma solo due donne che ballano. Avrebbero potuto non incontrarsi mai e continuare a ballare da sole come hanno sempre fatto, e invece per loro fortuna il sollievo della coppia finalmente addolcisce un po' la fatica.
Una minuscola storia come tante che accadono nei grandi condomini di qualsiasi città, un microcosmo, un ecosistema esistenziale, che attraverso la scrittura di Josep M. Benet I Jornet diventa un modo gentile, amaro e profondamente ironico di raccontare un’intera società, in cui le persone difficili e scomode sono estromesse e confinate ai margini, ad affrontare in solitudine la pista da ballo del proprio destino.

IL TEATRO SI RACCONTA
Incontro con la compagnia
Sabato 20 FEBBRAIO 2016, ore 17,30
Saloncino Manzoni (corso Gramsci, 127)
conduce l'incontro Graziano Graziani, critico di teatro
ingresso libero fino ad esaurimento posti

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Piccolo Teatro Mauro Bolognini Pistoia
Piccolo Sipario. A Teatro con la famiglia
Prevendita: 0573 991609 – 27112 www.teatridipistoia.it

DOMENICA 21 FEBBRAIO, ORE 16 (per le famiglie)
Lunedì 22 e martedì 23 febbraio ore 10 (solo per le scuole)
L'ELEFANTINO BABAR
Storia della signora Sofia e del suo piccolo elefantino
tratto da Histoire de Babar
di e con Rossana Gay e Tommaso Taddei
(fascia d’età indicata: 4-10 anni)

La gestazione del breve melologo Storia dell'elefantino Babar composto del celebre compositore francese Francis Poulenc nel 1940 è piuttosto curiosa. In quel periodo il musicista stava componendo Mélancolie. Si racconta che la sua nipotina, annoiata dall’ascolto di questa composizione, proponesse allo zio di musicare Storia dell’elefantino Babar, una favoletta scritta e illustrata da Jean de Brunhoff che era diventata popolare fino dal suo esordio nel 1931. Poulenc prese in parola la bambina e, desiderando accontentarla, iniziò a improvvisare gli accordi che avrebbero composto il poetico 'mosaico' per voce e piano Histoire de Babar, destinato ad avere un successo ininterrotto fino ai nostri giorni.
La storia narra di Babar, un giovane elefante che rimasto senza mamma nel cuore di una foresta selvaggia, fugge e arriva in una grande città. Qui trova accoglienza presso la casa di un'anziana ricca signora che rapidamente trasforma l’orfanello in un perfetto cittadino, civilizzato, scolarizzato, ben vestito ed educato. Da questa nuova vita però Babar non riesce a cancellare la nostalgia delle proprie origini tanto che, dopo un incontro fortuito con i suoi cugini elefanti, decide di tornare nella giungla. All’arrivo viene informato della morte del sovrano e immediatamente, grazie alla sua speciale esperienza mondana, incoronato Re dai saggi della foresta.
Lo spettacolo rovescia la storia partendo dal personaggio della vecchia signora Sofia, una famosa musicista rimasta sola con il suo maggiordomo in uno stato di malinconico smarrimento. La perdita di Babar l’ha resa inconsolabile e, non trovando pace, costringe il povero Taddeo a ripercorrere le vicende del suo amato elefantino. Una piccola pianola suona le indimenticabili note della partitura di Poulenc e in un susseguirsi di suggestioni per immagini, parole e musica prende vita l'affabulazione in attesa del ritorno dell’elefantino Babar.




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