Mesenotizie la voce delle province

Ormai ogni anno abbiamo la triste conferma che la Provincia di Pistoia versa in situazione critica a livello socio-economico, soprattutto per la qualità della vita degli anziani. L’indagine de “Il Sole 24 Ore” ci colloca nuovamente negli ultimi posti. Insomma, niente si è fatto per migliorare.
Si va da una scarsa assistenza domiciliare a un uso eccessivo di farmaci per la depressione. Nella nostra provincia a fronte di 100 giovani ci sono oltre 200 ultra65enni; il rapporto diventa ancora più preoccupante nelle aree interne, dove aumentano gli anziani soli e diminuiscono sempre di più i servizi (poste, bancomat, trasporti pubblici, servizi sociosanitari, divario digitale). La famiglia non garantisce più - per ovvi motivi - l’assistenza ai propri anziani e siamo di fronte ad un aumento dei casi di non autosufficienza anche non grave, che non si può pensare di risolvere con il ricovero nelle RSA. Ormai si stanno perdendo le relazioni che offrivano sostegno ai più fragili, attraverso la compagnia, l’ascolto, la comprensione, almeno per alleviare il senso di solitudine. Perché quando ci si sente soli diminuisce l’autostima e aumenta il senso di inutilità. In questo quadro così preoccupante dovrebbero essere lo Stato, gli Enti Locali, le aziende ASL a garantire di non lasciare indietro nessuno. Ma per fare questo occorrono risorse ingenti e personale preparato. Altra priorità è il problema della bassa natalità (evidenziato dall’indagine) che si può superare solo sostenendo le giovani coppie perché riacquistino fiducia nel futuro. Ma per ottenere questo occorre garantire loro prospettive di lavoro stabile con giuste retribuzioni e con tutele e diritti. E’ la precarietà sul lavoro che taglia le ali al futuro dei nostri giovani.
Bisognerebbe al contempo avere pensioni dignitose, così da permettere anche alle persone anziane di vivere gli ultimi anni di vita in serenità. Vorrei che non si dimenticasse che i pensionati sono coloro che hanno contribuito a costruire questo Paese, hanno lavorato un vita e sono stati, moltissime volte, il bancomat che lo Stato ha usato per venire incontro alle difficoltà delle famiglie e delle imprese. Sono stati coloro che hanno sopperito alla mancanza di asili nido , che sono intervenuti economicamente a sostenere figli e nipoti in difficoltà economiche per avere perso il lavoro, sono coloro che tramandano la memoria. Sono le radici sane su cui cresce la nostra società. Continuare a penalizzarli è una vera è propria follia. E’ miope perché indebolisce tutta la società.


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