Pubblicato il 08 agosto, 2024
TOSCANA - «Questa mattina ho chiamato il Garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, Giuseppe Fanfani, per condividere con lui le forti preoccupazioni per la situazione del carcere della Dogaia. Ho molto apprezzato le sue recentissime dichiarazioni, in particolare quando afferma che "in carcere si muore perché manca tutto a fronte di problemi evidenti (dal caldo estremo al sovraffollamento, alle cimici, alle blatte, alla violenza, alla solitudine) ma soprattutto manca la cultura della speranza che si costruisce ricreando le condizioni perché i detenuti possano pensare di rifarsi una vita o di uscir diversi".
E' da questo che nasce il disagio psichico, che evidentemente, visto il numero crescente di suicidi, corrisponde a una situazione strutturale aggravatasi e divenuta insostenibile. Le risposte, quindi, stanno principalmente in carico al governo nazionale, che ha scelto di non intervenire. Servono provvedimenti legislativi efficaci e non 'scatole vuote' come il decreto carceri, un provvedimento che non stanzia alcun finanziamento straordinario, lasciando una condizione di invivibilità all'interno degli istituti di pena.
Ma la Regione Toscana, pur non avendo competenze dirette e possibilità di incidere sui problemi strutturali, non si sottrae a una battaglia di civiltà. L'8 luglio scorso, la giunta regionale ha dedicato alla questione carceri una seduta straordinaria, ricordando le azioni e le misure che la Toscana mette in campo a favore del sistema penitenziario, circa 34 milioni di euro all'anno. Nell'ambito del sistema sanitario regionale per assicurare medici, specialisti, ambulatori, prevenzione, e in generale i Lea, i livelli essenziali di assistenza, per i detenuti, sono circa 21 milioni, di cui solo 9 provengono dalla ripartizione del Fondo sanitario nazionale, il resto vengono attinti dal bilancio regionale.
Il presidente Giani ha annunciato che intende destinare altri 500mila euro di risorse proprie per promuovere ed incentivare attività culturali all'interno delle carceri "come misura in grado di contrastare il senso di vuoto e assenza di motivazioni che spesso contraddistinguono la condizione detentiva, specie dei più giovani". Questi sono i fatti: il governo nazionale ha scelto di non decidere, la Toscana fa molto di più di quanto le viene richiesto. Il resto sono solo chiacchiere!».
Lo dice Marco Martini, consigliere regionale PD, intervenendo sull'emergenza carceri, anche a seguito del quarto suicidio in sette mesi avvenuto ieri alla Dogaia.