Ultimo Aggiornamento sul sito 20/03/2025 19:59
Mesenotizie la voce delle province
LUCCA - Il caso dell'assessore Giovanni Minniti a Lucca merita una riflessione che va oltre gli schieramenti politici. Le dichiarazioni rilasciate dall'ormai ex assessore alla sicurezza rappresentano un severo atto d'accusa contro il suo stesso partito e la maggioranza di cui faceva parte.Termini come "congiura di palazzo" e "pugnalate alle spalle" emergono dal lungo sfogo pubblicato da Minniti, che denuncia di essere stato tradito non per il bene della città ma per ambizioni personali dei suoi colleghi. La vicenda di Antraccoli, secondo l'ex assessore, sarebbe solo un pretesto utilizzato per il suo allontanamento."Questa vicenda solleva questioni istituzionali molto serie," dichiara il consigliere regionale Mario Puppa. "Il sindaco Pardini, eletto direttamente dai cittadini, dovrebbe essere l'unico a decidere sulla composizione della sua giunta in base a valutazioni di merito e nell'interesse della città. È inaccettabile che le decisioni su chi debba amministrare Lucca vengano prese all'interno delle segreterie di partito, esautorando di fatto il ruolo del primo cittadino.""Ciò che emerge con evidenza è che Pardini ha subito una forzatura e si è piegato a logiche di partito, rinunciando alla sua autonomia decisionale. Il fatto che ringrazi pubblicamente Minniti per il lavoro svolto, per poi rimuoverlo, dimostra che questa decisione non è stata presa nell'interesse della città, ma per assecondare equilibri interni alla Lega. In questo modo, il sindaco perde non solo la propria autorevolezza personale, ma, cosa ben più grave, svilisce l'autorevolezza istituzionale del ruolo che ricopre.""Questa vicenda dimostra, purtroppo, che l'amministrazione Pardini è ostaggio delle dinamiche di partito, a scapito dell'interesse collettivo. La politica dovrebbe essere al servizio della comunità, non un campo di battaglia per ambizioni personali," conclude il consigliere regionale".
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