Pubblicato il 17 settembre, 2024
PISTOIA - "In merito ai dati diffusi sui giornali locali nei giorni scorsi da Coldiretti Pistoia sull’andamento dell’export delle piante vive nel secondo trimestre del 2024, riteniamo necessaria una riflessione più approfondita e contestualizzata", dichiara Daniele Lombardi, direttore di Confagricoltura Pistoia. "I numeri, se presi singolarmente, possono apparire positivi, ma una corretta interpretazione richiede di considerare l’intero quadro economico e produttivo."
Dati macroeconomici e contesto nazionale
Secondo le più recenti analisi del settore florovivaistico italiano, nel 2023 la produzione complessiva ha raggiunto i 3,1 miliardi di euro, pari al 4,7% del valore della produzione agricola nazionale. Tuttavia, il 2023 è stato caratterizzato da una contrazione media del 7% della produzione nazionale, e per l'anno in corso le previsioni sono altrettanto negative: uno studio di mercato aggiornato a giugno 2024 di ISMEA, ISTAT e Italmercati prevede una riduzione del 10% per il 2024. Questo dimostra che, se da una parte vi è stato un recupero nei valori nominali, dall’altra le quantità prodotte e il margine contributivo delle aziende sono stati messi sotto forte pressione a causa dell'aumento dei costi delle materie prime e dell'inflazione.
La posizione della Toscana e di Pistoia
La Toscana, con il suo importante contributo al settore, rappresenta il 14% della produzione nazionale florovivaistica. Le imprese pistoiesi hanno sicuramente giocato un ruolo da protagoniste, contribuendo al 90% dell'export regionale, ma è importante riconoscere che il valore delle esportazioni non racconta tutta la storia. "Nel Monitor dei Distretti, abbiamo registrato una flessione del 2,7% a valore alla fine del 2023, ma se si considerano i volumi effettivi, il calo delle quantità è stato ben più marcato, stimato intorno al -8%", sottolinea Lombardi. "Questi numeri devono essere contestualizzati tenendo conto dell’aumento dei prezzi di vendita, che ha gonfiato i valori, mascherando la riduzione effettiva delle quantità esportate."
Segnali preoccupanti dal mercato interno
Oltre alle difficoltà sul fronte delle esportazioni, il mercato interno fornisce segnali altrettanto preoccupanti. "Confidavamo che le politiche green e le misure del PNRR, volte a contrastare il cambiamento climatico, avrebbero stimolato una maggiore domanda di piante da parte sia degli enti pubblici che dei privati. Tuttavia, questo non è accaduto", afferma Lombardi. "In realtà, l'Italia resta ultima in Europa per spesa media pro capite nel settore, con una stagnazione dei consumi interni che, al netto dell’aumento dei costi, rappresenta una perdita ancor più marcata rispetto all’export."
"Questo dimostra che, mentre il mercato estero soffre per la flessione dei volumi, il mercato interno non ha risposto come speravamo. Ci aspettavamo un aumento della domanda di piante per la riforestazione urbana, la riqualificazione degli spazi verdi e gli interventi per la sostenibilità, ma finora questi segnali non si sono concretizzati."
La necessità di un’analisi più accurata
Nei primi sei mesi del 2024, il settore ha recuperato parte della perdita subita a valore nell’ultimo periodo. Tuttavia, l’aumento dei prezzi delle materie prime e dei costi di produzione ha mantenuto il calo delle quantità intorno al -8%, con una contrazione del margine contributivo del 10%, mettendo ulteriormente sotto pressione le aziende del vivaismo. "È quindi indispensabile analizzare i dati tenendo conto delle dinamiche inflazionistiche e della crescente difficoltà di mantenere la competitività in un mercato globale in cui la pressione sui margini è sempre più forte", aggiunge Lombardi.
L'importanza di una pianificazione strategica e di sostegni adeguati
Nonostante le difficoltà, il settore florovivaistico italiano continua a essere una delle eccellenze del nostro Paese, rappresentando il 12% delle esportazioni europee, subito dopo i Paesi Bassi, che dominano il mercato con il 39%. Tuttavia, per mantenere la competitività, è fondamentale attuare interventi strutturali, come quelli previsti dal PNRR e dai fondi complementari, che destineranno circa 800 milioni di euro al settore per promuovere digitalizzazione, sostenibilità e tracciabilità. "In particolare, l'attenzione deve essere rivolta alla riduzione dei costi di produzione e all'incremento dell’efficienza nelle filiere, affinché le imprese possano migliorare la propria redditività e fronteggiare le sfide poste dall'aumento dei costi delle materie prime", conclude Lombardi.
Confagricoltura Pistoia ribadisce il proprio impegno a supportare le imprese del settore, sottolineando la necessità di adottare una visione a lungo termine che garantisca la sostenibilità economica e ambientale delle nostre eccellenze produttive.