Mesenotizie la voce delle province

L’indagine convenzionalmente denominata "THUNDERSTORM" aveva preso il via nel dicembre 2019 dall'arresto in flagranza di uno spacciatore nei pressi di Piazza Aldo Moro a Quarrata. Il contenuto del telefono cellulare della persona arrestata, insieme a diverse segnalazioni di abitanti sui luoghi più frequentati per lo spaccio, hanno contribuito ad indirizzare le indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Pistoia.
Così i Carabinieri della Stazione di Quarrata, grazie anche a pedinamenti, intercettazioni telefoniche e ambientali, hanno portato alla luce l'esistenza di una vasta attività di spaccio, in cui i venditori al dettaglio di sostanze stupefacenti erano principalmente cittadini italiani non coordinati in un'unica organizzazione, ma ciascuno con proprie zone di competenza e clientela fissa. Tra gli spacciatori, però, vi erano spesso rapporti di collaborazione: quando qualcuno, ad esempio, non disponeva della sostanza richiesta, indirizzava il cliente verso un "collega". I fornitori di questa rete di spacciatori al dettaglio sono stati individuati in alcuni cittadini di nazionalità marocchina. Singolari i termini usati al telefono per indicare la quantità e la qualità delle sostanze richieste senza l'impiego di termini espliciti. Di volta in volta si parlava di "galline", "ragazze", "marmitte".
Durante questa fase dell'inchiesta i Carabinieri hanno eseguito dieci arresti in flagranza per spaccio di sostanze stupefacenti, uno per mandato di cattura internazionale e uno per resistenza e violenza a pubblico ufficiale. Hanno, inoltre, deferito a piede libero tre soggetti e sequestrato sostanza stupefacente per un valore di quasi duecentomila euro, suddivisa in hashish, marijuana, cocaina e semi di canapa; 2600,00 Euro falsi e 15.400,00 euro.
L’indagine, che ha visto i militari impegnati dal dicembre 2019 al giugno 2020, è risultata particolarmente complessa anche per la scaltrezza e l’indole criminale evidenziata dagli indagati: quest’ultimi infatti erano soliti utilizzare un linguaggio criptico e convenzionale tra loro per indicare quantità e tipo di stupefacente, fissare punti di incontro ed eludere le investigazioni; per il trasporto dei quantitativi più ingenti, effettuati prevalentemente da cittadini di nazionalità marocchina, ricorrevano ad un sistema di vedette e staffette in grado di avvisare in anticipo della presenza di controlli da parte delle FF.OO., modalità operative che rendevano ancor più difficoltose le attività degli operanti.
Anche nella fase dell’esecuzione dei provvedimenti, i militari evidenziavano spiccate capacità operative: i soggetti infatti, venivano tutti localizzati sebbene alcuni di essi fossero irregolari sul territorio nazionale e abituati a cambiare frequentemente domicilio, inoltre, nel corso delle perquisizioni, la meticolosità e attenzione posta nella ricerca di ogni utile ulteriore elemento di prova consentiva di rinvenire dell’altra sostanza stupefacente e trarre in arresto in flagranza di reato due ulteriori soggetti, rispettivamente un cittadino albanese ed uno marocchino, anch’esso irregolare in Italia.
Nel marzo 2021, a Pistoia, Prato e Campi Bisenzio (FI) i militari del Comando Provinciale di Pistoia, supportati da personale dei Comandi Provinciali di Firenze, Prato, Pisa, Livorno e Lucca, con ausilio Unità Nucleo Cinofili di Firenze e 4 ° Nucleo Elicotteri di Pisa, davano esecuzione a 19 misure di custodia cautelare disposte dal G.I.P. del Tribunale di Firenze per i reati in titolo.
Nel dicembre 2021, a seguito di sentenza di patteggiamento emessa dal Tribunale di Pistoia, il G.I.P. Patrizia MARTUCCI ha pronunciato la sentenza a carico di 9 soggetti per spaccio di sostanze stupefacenti, con pene che vanno da 4 anni e 8 mesi di reclusione e € 20.000,00 di multa a 6 mesi di reclusione.
Infine, a seguito di sentenza emessa dal Tribunale di Pistoia il 14 febbraio 2024, il Giudice Stefano BILLET ha condannato ulteriori 7 imputati per spaccio di sostanze stupefacenti, con pene che vanno da 3 anni e 4 mesi di reclusione e € 10.000,00 di multa a 4 mesi di reclusione e € 800,00 di multa.

I fatti riportati nel presente comunicato stampa riferiscono l’esito del giudizio di 1° grado e pertanto gli imputati, sino al passaggio in giudicato della sentenza in successiva sede processuale, devono essere considerati presunti innocenti.


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