Mesenotizie la voce delle province

Per i tipi di NPE è appena arrivato, sugli scaffali di tutte le librerie d’Italia, il decimo volume della collana dedicata a Miguel Angel Martin, ‘My way’, un cartonato in bianco e nero di grande formato e di 120 pagine, in vendita a 19.90 euro.
DeSalvo è appena uscito di prigione, dopo aver scontato quindici anni per un crimine che non ha commesso. Vittima di un brutale linciaggio mediatico e sociale, precipiterà in una spirale di violenta e selvaggia vendetta contro tutto e tutti.
Tra riferimenti autobiografici, cronaca nera e fiction, il controverso Miguel Ángel Martín ci consegna una storia in cui l’umanità, spogliata da un suo filtro, si mostra in tutta la sua disturbante realtà.
«Con una sopraggiunta, sfrontata consapevolezza autoriale il maestro iberico dell’arte sequenziale dissemina le tavole di questo graphic novel di tutti quegli elementi iconografici che lo hanno reso inconfondibile; solo che in quest’occasione le immancabili maschere lather-fetish, i riferimenti ai più efferati serial killer, le raccapriccianti e algide violenze mostrate o suggerite e le auto a sospensione magnetica, da marchi stilistici quali sono, assurgono una valenza straniante anziché diegetica. E questo anche perché My Way è strutturalmente la più sofisticata e metalinguistica storia fin’ora concepita da Miguel Ángel Martín.
Sintomatico che il protagonista di My way sia un fumettista, dall’indicativo nome DeSalvo, come lo Strangolatore di Boston – e al lettore lasciamo continuare il gioco/compito di rintracciare tutti gli altri riferimenti ai famigerati psicopatici che compaiono in queste agghiaccianti pagine.
Ancor più allusivo è il fatto che le storie realizzate dal protagonista di questo perturbante romanzo grafico gli producano proprio quelle accuse di istigazione all’omicidio e alla pedofilia che vennero ingiustamente rivolte a Miguel Ángel Martín.
L’acume vero, però, consiste nella maniera in cui le matite dell’autore di capolavori come Brian the Brain, Surfing on the Third Wave e Playlove, plasmano questi aspetti del suo profilo personale. Non un j’accuse, tantomeno un pamphlet autoreferenziale e pietistico, bensì una solida e ingegnosa narrazione la cui vera carica provocatoria consiste, al di là delle efferatezze e violenze rappresentate, nel far deflagrare il senso comune, deragliare le convinzioni e incistare i dubbi più perturbanti nel lettore.»
Dalla prefazione di Andrea Grieco.


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