Mesenotizie la voce delle province

PESCIA - Quattro domande a Francesco Natali sulla situazione amministrativa di Pescia e non solo.
Che ne pensa di quanto sta accadendo a Pescia? Hanno fatto molto discutere gli ultimi provvedimenti “lacrime e sangue” del sindaco del Partito Democratico Franchi?
“Penso che sia la dimostrazione migliore di cosa non sia riformista. Il comune di Pescia ha dei problemi enormi di bilancio, e viene da una gestione sicuramente molto spinta e a tratti spregiudicata delle risorse pubbliche, ma aumentare i costi legati al diritto allo studio, in un paese in cui l’abbandono scolastico è un problema strutturale e sempre più diffuso, è la negazione in termini di quello che si chiama riformismo e progressismo; dobbiamo stare al fianco delle famiglie, soprattutto di quelle con meno risorse, per dare a tutti la possibilità di studiare, altrimenti è inutile evocare la parola “sinistra”, rischia di sembrare che sia solo uno specchio per le allodole per prendere voti. Per non parlare poi della tassa sui morti, che è una questione che si commenta da sola”.
Le risorse però non ci sono, dall’amministrazione sostengono che siano scelte costrette, no?
“Lo sostengono perché attuano politiche da conservatori; durante la campagna elettorale, Cosimo Lamichhane, nostro candidato al fianco di Giancarlo Mandara, aveva presentato un piano serio e strutturato, assieme al consigliere regionale di Italia Viva Stefano Scaramelli, per la fusione del comune di Pescia con quello di Uzzano. Sarebbero arrivati 24 milioni da quella operazione, tra risorse regionali e incentivi, consentendo inoltre di ridurre gli sprechi accorpando enti che, insieme, avrebbero potuto avere una voce molto più forte sulla Valdinievole. Il partito Democratico, a forza di star dietro Conte e ai 5 Stelle, si è completamente dimenticato di cosa sia il riformismo, sfidare lo status quo e cambiare l’esistente per dare gambe a una visione di territorio diversa dall’attuale. Abbiamo decine di microcomuni che sono sprechi amministrativi, ormai non più efficaci in un momento in cui le risorse per i territori, da Roma, sono e saranno sempre meno”.
Sono posizioni molto nette, per chi in molte realtà amministra con il Partito Democratico?
“Sono posizioni che abbiamo sostenuto, quando eravamo nel PD con Renzi segretario e presidente del consiglio, e le sosteniamo oggi in Italia Viva. In quelle amministrazioni che dice lei c’è coraggio, visione e ambizione; in tante altre realtà queste caratteristiche sono da altre parti. Noi siamo riformisti, e dobbiamo agire come tali, non esistono più schemi preconcetti, ed è inutile parlare di centro sinistra, come ha fatto il sindaco Franchi a Pescia, se poi si è dalla parte opposta degli ultimi, si è conservatori dello status quo, si è lontano dal coraggio e dentro la comodità del ‘più tasse per tutti’”.
Alle regionali sarde, il candidato di Italia Viva non ha superato lo sbarramento, a Pistoia che succede?
“Alle amministrative della provincia di Pistoia Italia Viva non si preoccupa di superare sbarramenti, perché è impegnata a costruire programmi e soluzioni di governo per il territorio. Dal termovalorizzatore di Montale, che deve continuare la sua attività ammodernato e ristrutturato con le ultime tecnologie disponibili, al collegamento Doganaccia corno alle scale, che va realizzato, passando per scuole, infrastrutture, servizi. Una cosa la posso garantire, in queste elezioni ci candidiamo a essere forza di governo”.


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