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PISTOIA - La Guardia di Finanza di Pistoia, negli scorsi giorni, ha dato esecuzione ad un provvedimento di custodia cautelare agli arresti domiciliari emesso dal G.I.P. del Tribunale di Pistoia, su richiesta della Procura della Repubblica di Pistoia, nei confronti di un imprenditore pistoiese di 52 anni ritenuto responsabile, fatta salva la presunzione di innocenza fino alla sentenza irrevocabile di condanna, di bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale, omessa richiesta di apertura della liquidazione giudiziale, appropriazione indebita aggravata e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.
Le operazioni, scaturite da una delega volta ad acclarare, ai sensi del Codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza, le cause del fallimento di una società a responsabilità limitata, già attiva nel settore della “fabbricazione d'infissi, porte ed imposte”, sono state condotte dalla Sezione di Polizia Giudiziaria - aliquota Guardia di Finanza presso la Procura della Repubblica di Pistoia e dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Pistoia.
Le indagini hanno fatto emergere, allo stato del procedimento e fatte salve le successive valutazioni in merito all'effettivo e definitivo accertamento delle responsabilità, sulla base degli elementi di prova sinora raccolti e secondo l’ipotesi vagliata dal Giudice nel provvedimento, che l’amministratore di fatto della società – sia autonomamente che con il concorso dei due amministratori di diritto succedutisi nel tempo, anch’essi denunciati – oltre ad aver tenuto la contabilità in modo tale da non consentire la ricostruzione del reale patrimonio aziendale, ad aver distratto dallo stesso complessivi € 219.469 e ad aver omesso di richiedere, nonostante l’evidente stato di dissesto, l’apertura della procedura di liquidazione giudiziale, si era reso responsabile del delitto di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte e di numerosi episodi di appropriazione indebita in danno di 29 ignari clienti, dai quali aveva incassato acconti per l’installazione di serramenti, per un totale di circa € 128.000, senza poi eseguire alcun lavoro e rifiutandosi di restituite le somme indebitamente percepite.
L’attività costituisce ulteriore testimonianza del costante impegno del Corpo a tutela della collettività, delle imprese rispettose delle regole e dei consumatori, attraverso il contrasto a tutti quei comportamenti illeciti che ostacolano lo sviluppo economico e distorcono la concorrenza.


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