Mesenotizie la voce delle province

AREZZO - Interessante vicenda tributario/giudiziaria portata alla luce dal presidente di APIT Italia, l’aretino Massimo Gervasi.
Sono tantissime le imprese italiane ancora in difficoltà a causa della Pandemia. Se ne sono accorti anche i giudici tributari. Vedi la sentenza della Corte di Giustizia di secondo grado della Lombardia n. 2499 del 3 agosto scorso.
Secondo il collegio giudicante: “le rilevanti difficoltà economiche causate dal Covid riguardante una società che aveva in corso un piano di rateazione e non ha versato le relative imposte, hanno determinato alla medesima società l'impossibilità di rientrare nel piano di rateazione azzerando altresì le relative sanzioni"
Da questa vicenda l'invito dell'aretino Massimo Gervasi presidente dell'Associazione delle Partite Iva APIT ITALIA a: “Non demordere e dare continuità alle proprie istanze ‘la giustizia tributaria esiste’ ma soprattutto sta sempre più emergendo il buon senso delle Corti di Giustizia”.
"Ne è prova - Continua Gervasi - anche un'altra recente sentenza, la 80.7.23 della corte di giustizia tributaria di secondo grado dell'Abruzzo, dove il tribunale non solo dà ragione al professionista accusato di evasione, ma respinge persino il ricorso dell'Agenzia dell'Entrate. Anche in questo caso il contribuente non si è fatto intimorire da un accertamento indotto e presuntuoso dell'AdE, e ha impugnato l'avviso ottenendo ragione. Naturalmente, la valutazione può cambiare caso per caso, poiché da una parte prevale il principio generale constatato anche dai giudici nel periodo emergenziale della pandemia, dall’altro deve essere verificato singolarmente per ogni contribuente, considerando l’attività esercitata, il danno subito e il settore di appartenenza”.
Nel caso specifico la società era impegnata nell’attività di allestimenti fieristici, penalizzato rispetto ad altri settori e con un chiaro ma negativo bilancio di esercizio.
Ricordiamo che i comparti penalizzati dalla pandemia, ma penalizzati anche dai discutibili aiuti economici e fiscali del governo, sono tanti e con danni ingenti; tra questi ricordiamo il settore dello sport, delle piscine, della ristorazione, del turismo.
Pertanto, l'esempio del tribunale di Milano potrebbe essere applicato anche ad altri settori.
“Causa di forza maggiore, questa la motivazione che obbligò moltissime aziende – chiosa Gervasi - a restare chiuse anche per periodi lunghi ed a rinunciare ad introiti con danni economici gravissimi. La stessa motivazione che il contribuente oggi porta davanti ai giudici chiedendo oggettività e giustizia. Causa di emergenza su cui però l'Agenzia delle Entrate, fisco amico, continua a fare opposizione”.


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