Mesenotizie la voce delle province

PISTOIA - Un pomeriggio per ricordare due persone che hanno segnato con la loro presenza una parte significativa della cultura democratica di Pistoia nel secondo novecento; questo era l’obiettivo dell’Archivio Roberto Marini nel preparare l’iniziativa di venerdì scorso “Anni sessanta e settanta: i cattolici del dissenso a Pistoia”. Si voleva ricordare Romano Paci e Manilo Benvenuti, due storici rappresentanti pistoiesi del travaglio del mondo cattolico intrecciatosi con il Concilio Vaticano II, nati entrambi all’impegno sociale prima e politico poi all’interno del mondo cattolico e tra le fila dei movimenti collaterali alla Chiesa, dalle ACLI alla sinistra democristiana e successivamente, dopo travagli e percorsi niente affatto semplici, approdati – pur da credenti ferventi – all’impegno marxista; nel P.C.I., Romano Paci mentre Benvenuti ha seguito tutta la trafila di quella che venne definita la Nuova Sinistra: dal M.P.L. di Livio Labor al PdUP con Vittorio Foa, Jervolino, Russo Spena e altri fino a Democrazia Proletaria e infine a Rifondazione Comunista. Ma il dibattito aperto in questo ricordo tra un parterre molto stimolante rappresentato dall’On. Renzo Innocenti (altro storico esponente del dissenso cattolico pistoiese), l’On Giovanni Russo Spena (da giovanissimo esponente – a 17 anni – dei Giovani DC partenopei a parlamentare di Democrazia Proletaria prima e Rifondazione dopo) e Piero Bargellini, storico dirigente delle ACLI di Pistoia, è andato oltre il ricordo dell’intreccio di vita e aneddoti: si sono intrecciati ricordi dei due ma insieme a un dibattito che si è chiesto che fine abbiano fatto i cattolici democratici, quelli dell’impegno dalla parte degli ultimi, da Scampia alle continue inchieste sui distretti industriali toscani e sulla mezzadria. E, insieme, hanno ribadito che il concetto primario da cui sono tutti partiti è che il motore della Storia è la fede e l’impegno sociale e politico è lo strumento di testimonianza della fede. Insieme a numerosi altri spunti. Tra cui la necessità di riprendere il filo della memoria (“e allora ben vengano queste iniziative” chiosa Russo Spena) per riaccendere la riflessione e un cammino insieme ricostruendo movimenti comuni e aperti al contributo di culture diverse che abbiano al centro alcuni capisaldi quali la Pace, la riflessione sulla contraddizione capitale lavoro (“Ma non in senso meccanicistico”), il rapporto tra pubblico e privato (il sapere che è un bene comune che viene eroso, il ruolo sociale dei beni naturali e la società meticcia. Interventi anche dal pubblico, tra chi ha ricordato Benvenuti come “un uomo buono, ma anche coraggioso” e chi ha ricordato “la coerenza e a volte una certa intransigenza di Romano” insieme a vari aneddoti, ricordati da Giovanni figlio di Romano Paci che, a nome della famiglia, ha anche ringraziato l’Archivio Roberto Marini e i presenti per “la bella iniziativa”.
Ivano Bechini


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