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LA SIGNORA ELSE

Pubblicato il 13 giugno, 2017
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PISTOIA - Dopo il successo riscosso con Il ritorno di Casanova, spettacolo andato in scena nel 2014 e tuttora in tournée, e la sessione pistoiese del Laboratorio della Toscana dedicata al Pappagallo verde nello stesso anno, Federico Tiezzi prosegue la sua ricognizione sul grande scrittore austriaco, tra i principali cantori della decadenza e del crollo dell’Impero Austro-Ungarico. La signorina Else debutta martedì 13 giugno, alle ore 21.00 nel piccolo Teatro Anatomico dell’antico Spedale del Ceppo, gioiello di architettura e pittura settecentesca, e avrà una lunga tenitura fino al 2 luglio (per un numero limitato di spettatori a recita). Lo spettacolo costituisce l’anteprima del “Pistoia TEATRO Festival”, uno dei grandi eventi di Pistoia Capitale Italiana della Cultura 2017, organizzato dall’Associazione Teatrale Pistoiese. In dialogo con alcuni degli spazi architettonici più significativi della città, il Festival animerà, dal 18 al 25 giugno, centro e periferie della città, con un ricco cartellone di appuntamenti di musica, teatro e danza contemporanei, tra debutti assoluti, prestigiose presenze artistiche e creazioni nate per luoghi speciali. In scena Lucrezia Guidone (attrice scoperta da Ronconi, già con Tiezzi nel Calderón di Pasolini) e Martino D'Amico; l'accompagnamento musicale è affidato a Dagmar Bathmann (violoncello), Omar Cecchi (pianoforte e percussioni), Dusan Mamula (clarinetti). Gregorio Zurla firma la scena, i costumi sono di Giovanna Buzzi, le luci di Gianni Pollini, i movimenti coreografici di Giorgio Rossi. Lo spettacolo rinnova la felice collaborazione tra Compagnia Lombardi-Tiezzi e Associazione Teatrale Pistoiese, dopo il successo de L'apparenza inganna di Bernhard. La traduzione, a cura di Sandro Lombardi (autore della drammaturgia assieme a Fabrizio Sinisi e Federico Tiezzi), tende a evidenziare l’uso di una lingua desintattizzata, in Schnitzler ancora in nuce, che troverà la sua massima espressione in un altro grande drammaturgo viennese: Thomas Bernhard, non a caso anch’esso molto frequentato da Federico Tiezzi e da Sandro Lombardi. La Signorina Else (1924) costituisce uno dei massimi capolavori dello Schnitzler novellista. È un testo mirabile, tutto incentrato sul battito tumultuante dei pensieri che si affollano e scontrano nella mente di Else, l’adolescente ‘altera’, vivida e appassionata, su cui incombe una catastrofe familiare. Costruita secondo la tecnica del monologo interiore (che tanta fortuna avrà in seguito presso i massimi esponenti della letteratura europea, da Joyce a Beckett, e che proprio in Schnitzler trova il suo inventore), l’azione si svolge al Grand Hotel di San Martino di Castrozza, nelle Alpi bellunesi, dove la giovane viennese Else è in vacanza con la zia e il cugino Paul. L’arco di tempo dell’azione è fulmineo: dal pomeriggio alla sera di uno stesso giorno. Else è una bella e virtuosa fanciulla, percorsa dai primi turbamenti sessuali, messa in difficoltà dalla richiesta dei genitori che necessitano di una grossa somma di denaro. È la madre stessa che, con cinismo atroce, in una lettera dal tono mellifluo e patetico, in sostanza invita la figlia a ‘vendersi’ per salvare l’onore della famiglia. L'unico modo per ottenere il denaro è, infatti, chiederlo al signor von Dorsday, un ricco conoscente che si trova con lei in vacanza a San Martino. Questi acconsente a sborsare il denaro, ma chiede in cambio ‘soltanto’ di poter contemplare per quindici minuti la fanciulla in totale nudità. Tutto il testo vive del conflitto interiore di Else che reagisce con violenza e ansia alle richieste della madre e del signor Dorsday. Grazie all’uso magistrale della tecnica del monologo interiore – un flusso di coscienza che permette al lettore di seguire lo snodarsi delle emozioni di Else attimo per attimo – i pensieri e le contraddizioni dei personaggi e della società in cui si muovono vengono alla luce con straordinaria potenza. La tragedia di Else (anche lei, come l’autore, di famiglia ebraica altoborghese), costretta a mostrarsi nuda per ottenere il denaro che serve a evitare l’arresto del padre, è la tragedia stessa della borghesia austriaca dopo la prima guerra mondiale: lo sgretolamento dell’Impero Asburgico che porta con sé lo sfacelo definitivo dell’Austria Felix; e alla crisi di tutti i suoi valori, a partire da quello della famiglia (borghese). Straordinario è l’intreccio grazie al quale Schnitzler si serve da un lato di un preciso sfondo sociale per descrivere un dramma individuale, e dall’altro per proiettare il rovello psichico tutto adolescenziale di una ‘fanciulla in fiore’ (combattuta tra le prime pulsioni erotiche e il disgusto per l’uso del proprio corpo a fini economici), contro il profilo di una società che sta avviandosi a fare mercato di ogni cosa. Un testo di spietata radiografia su una società corrotta proprio nel nucleo familiare che, invece di proteggere i suoi figli, li immola cinicamente: una vera e propria mise en abyme della coscienza moderna, sganciata dai valori della tradizione, attenta solo ai propri istinti e ai propri falsi valori, pronta a sacrificare una giovine donna sull’altare del dio denaro. Collega e corrispondente epistolare di Siegmund Freud, Schnitzler svolge sul piano artistico un’analoga funzione a quella del grande medico viennese sul piano psicologico: una sorta di scoperchiamento di un vero e proprio vaso di Pandora che fino allora aveva tenuto nascoste le pulsioni ‘innominabili’ di un’intera società e che, nel nostro caso, intrecciano la centralità della figura paterna, il fascino-repulsione verso il ricco signor von Dorsday, l’attrazione verso il cugino Paul, il piacere che la ragazza prova nel provocare, seminuda sul terrazzo della sua stanza, due giovanotti che la fissano esterrefatti dal lago… Siamo insomma di fronte a una vera e propria vivisezione del cuore di Else, al contempo impietosa e carica di pietà: l’autore ce la mostra nelle sue più riposte oscillazioni psichiche, in una simultaneità di impulsi e contro-impulsi che la conducono al delirio. Questo ha portato Tiezzi a scegliere, per il debutto dello spettacolo, lo storico Teatro Anatomico dell'antico Spedale del Ceppo di Pistoia, seguendo la suggestione di un’analogia tra la dissezione operata da Schnitzler sulle pulsioni della ragazza e una regia che si basi sulla vivisezione delle strutture espressive del linguaggio. L’adattamento qui impiegato esplicita la teatralità implicita del racconto enucleando dai pensieri di Else il personaggio di Dorsday, che le offre la sponda dialettica del conflitto principale.
Lo spettacolo nasce fin dall’inizio in duplice forma: quella per i teatri anatomici e quella per i palcoscenici tradizionali. Si ringrazia Azienda USL Toscana Centro e Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio, Polo Museale della Toscana.
Prevendita: Info: 0573 991609 – 27112 www.pistoiateatrofestival.it


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