Pubblicato il 14 ottobre, 2023
PESCIA – Le prime reazioni del mondo della politica pesciatina alla nomina di Monsignor Fausto Tardelli alla guida della diocesi di Pescia, in sostituzione del dimissionario, per raggiunti limiti d’età, di Monsignor Roberto Filippini, arrivano dai banchi dell’opposizione in consiglio comunale.
È preoccupato per il futuro della diocesi l’ex sindaco Oreste Giurlani: “Monsignor Tardelli nuovo vescovo di Pescia- commenta -L’incarico si affianca a quello che ricopre a Pistoia. Non si tratta di un accorpamento di diocesi, ma della volontà del Papa di ridurre il numero di vescovi in Italia. Il nostro Vescovo Monsignor Filippini lascia per sopraggiunti limiti di età dopo un grande lavoro fatto nella nostra Diocesi. Vorrei ricordare il restauro della Cattedrale, il quadro di Raffaello a Pescia, il lavoro sul territorio, particolarmente quello della montagna, e l’attenzione che ha sempre avuto per la nostra Comunità, infine aver creato la cripta con le spoglie del Vescovo Giovanni de Vivo. Un saluto e un grazie al nostro Cittadino Onorario, il nostro Vescovo Monsignor Roberto Filippini. Ora la nostra Diocesi si avvia verso l’accorpamento, la fine di un percorso durato oltre 500 anni, iniziato con la Famiglia Turini. Dispiace, abbiamo otto anni fa fatto la battaglia, il Comune, la Comunità religiosa e direi tutti nella Comunità diocesana perché dopo la morte di Monsignor De Vivo rimanesse la Diocesi e arrivasse un nuovo Vescovo. Oggi abbiamo perso, abbiamo perso tutti!! Non so se in questi mesi qualcuno ha battagliato, se il Comune e gli Amministratori della Valdinievole, se la Comunità Religiosa o chiunque ne avesse la possibilità abbia cercato di mantenere indipendente la nostra Diocesi. Si perde tanto, si perde la storia, si perde un punto di riferimento, si perde un aiuto quotidiano alla crescita e sviluppo della nostra Comunità. Un saluto al Vescovo Roberto, un benvenuto al Vescovo Fausto... un addio probabile alla Diocesi di Pescia”.
Condivide la preoccupazione dell’ex sindaco Giacomo Melosi, eletto nelle liste di Fratelli d’Italia: “Onestamente questa scelta di un vescovo a metà con un'altra Diocesi mi preoccupa, visti i precedenti- afferma -La paura è che la diocesi di Pescia possa essere incorporata a quella di Pistoia, come successe con la Asl, e noi perderemo anche il vescovato”.
Sulla stessa linea d’onda Alessandro Ricciarelli, consigliere di opposizione a Uzzano: “Un pezzetto alla volta Pescia é stata smontata,come la Torraccia al Molinaccio,poco per volta”.
Nel dare il benvenuto al nuovo vescovo, Alessandro Riccomi paventa la prossima fusione delle due diocesi: “Un'unione di funzioni era nell'aria- considera -questa è la linea portata avanti da Papa Francesco per far fronte alla penuria di preti e, quindi, anche di vescovi. In verità, questa linea viene da lontano, la Diocesi di Pescia fu risparmiata in calcio d'angolo nel 1986, quando diverse chiese toscane furono accorpate e senza passaggi intermedi (Colle Vald'Elsa e Montalcino con Siena, Cortona e Sansepolcro con Arezzo, Pitigliano-Sovana-Orbetello). Certo, non si può dire che non dispiaccia perdere gradualmente autonomia, anche perché l'unione in persona episcopi è senz'altro propedeutica a una fusione, e dispiace iniziare a perderla proprio all'indomani del 500° anniversario dalla fondazione. Vista la storia antica e anche la storia recente della Diocesi di Pescia (formazione dei presbiteri in comune, formazione teologica dei laici in comune, etc.) avrei visto più di buon grado l'unione con Lucca, ma evidentemente quest'ultima è troppo grande per poter prendere sotto di sé, in prospettiva, la Diocesi di Pescia (in realtà, sarebbe stato un riprendere, dopo cinque secoli). Vedremo”.
Il consigliere regionale Marco Niccolai ringrazia Monsignor Filippini “per questi anni di servizio in mezzo a noi. La sua semplicità e la sua umanità hanno reso il suo ministero prezioso per tante persone, credenti e non”, e augura a Monsignor Tardelli “un ministero altrettanto proficuo: per lui l'impegno raddoppia, in quanto continuerà a guidare la diocesi di Pistoia, , ma la sua determinazione e la sua generosità gli permetteranno sicuramente di svolgere al meglio anche questo servizio. La laicità delle Istituzioni nella nostra Costituzione- ricorda -non significa indifferenza, ma il riconoscimento che il sentimento religioso accresce la società nel suo insieme: Mons. Filippini e Mons. Tardelli in questi anni lo hanno concretamente dimostrato dando un messaggio di speranza in anni complessi e difficili a tutti, credenti e non”.