Mesenotizie la voce delle province

Riportiamo di seguito, la lettera aperta di Alessio Bartolini su una importante questione della montagna pistoiese.
"Al Presidente ed agli Assessori interessati della Regione Toscana
Ai Presidenti e ai Consiglieri delle Commissioni interessate della Regione
Toscana
Al Presidente della Provincia di Pistoia
Ai Sindaci dei Comuni di San Marcello-Piteglio e Cutigliano-Abetone
Oggetto: Lettera aperta sul progetto di nuovo raccordo funiviario Doganaccia-
Lago Scaffaiolo
I sottoscritti e le sottoscritte guide ambientali escursionistiche (GAE) manifestano la loro netta
contrarietà al progetto di realizzazione di una nuova funivia fra la Doganaccia e il Lago Scaffaiolo,
che ricadrebbe in gran parte all'interno della zona speciale di conservazione denominata Monte
Spigolino-Monte Gennaio (in comune di San Marcello - Piteglio).
Si tratta di una grande opera, che, qualora fosse realizzata, comporterebbe gravi impatti diretti ed
indiretti sulla biodiversità, il paesaggio ed i servizi ecosistemici di un'area appenninica fra le più
pregevoli della Toscana. Un tratto appenninico che (al netto dei ripetitori sul Monte Croce Arcana,
di vecchia realizzazione) deve gran parte della sua attrattiva proprio all'elevato grado di integrità dei
suoi habitat e dei suoi paesaggi di alta quota.
In quanto guide ambientali escursionistiche che operano prevalentemente, o comunque
frequentemente, nell'Appennino Tosco-Emiliano, riteniamo che questo progetto, se fosse realizzato,
danneggerebbe sensibilmente la nostra attività professionale, che si pone in antitesi ad uno
sfruttamento turistico di massa e tende a rifuggirne i luoghi. Da operatori turistici davvero non si
comprende l'utilità di quest'opera che a monte si attesta lontano da piste da sci (le più prossime, sul
versante emiliano, distano oltre 700 metri, con una viabilità di collegamento improponibile in quella
stagione). In estate poi l'area è facimente raggiungibile per comodi sentieri a partire da varie
località, sia dal versante toscano che da quello emiliano, e vi è già una elevata presenza turistica,
che anzi in alcuni casi necessiterebbe di essere regolamentata per evitare danni a specie ed habitat
rari e minacciati (si vedano in proposito le norme di salvaguardia della ZSC emanate dalla stessa
Regione Toscana con DGR 1223/2015).
D'altra parte sono passati decenni da quando quest'idea è stata concepita, un tempo nel quale la
concezione della montagna intesa come un luna park è stata superata e (fatte salve poche aree
particolarmente vocate, come Abetone) gli impianti a fune precedentemente realizzati in ambiente
appenninico sono stati abbandonati e in parte dismessi. Un tempo nel quale la cultura della cura
della Casa Comune è divenuta un pilastro della politica comunitaria e parte integrante della prima e
della seconda parte della nostra Carta Costituzionale. Sinceramente non abbiamo ascoltato
argomentazioni di merito convincenti da parte dei sostenitori dell'impianto, la cui motivazione
principale - dal nostro punto di vista irricevibile - sembra essere il rischio di perdere il
finanziamento!
Per le considerazioni sinteticamente esposte, che, ci sembra di capire, corrispondono ad un sentire
diffuso maturato fra i cittadini e le associazioni della montagna, chiediamo alle istituzioni di
rinunciare, finchè si è in tempo (e senza investire ulteriore denaro pubblico) alla realizzazione
dell'opera in oggetto. Più in generale chiediamo che si ponga definitivamente fine al consumo di
suolo (specie in aree fragili e preziose sotto il profilo ambientale), e si impegnino le risorse
pubbliche nel ripristino di ecosistemi degradati e di strutture e infrastrutture pubbliche già esistenti
in stato di abbandono o cronicamente carenti di manutenzione".


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