Mesenotizie la voce delle province

ABETONE - Sono decenni che si discute delle alternative al “turismo bianco” inteso come volano dell’economia della montagna pistoiese; fu coinvolta anche l’Università di Torino dall’Amministrazione Provinciale di Pistoia che produsse un corposo Dossier firmato dalla professoressa Bresso, alla fine del secolo scorso. Ma ancora adesso un’idea chiara di alternativa alla speranza sempre più frustrata di vedere le montagne dell’appennino tosco-emiliano bianche di neve per almeno quattro mesi l’anno, non si vede. In compenso, nonostante cambio climatico, mancanza di neve, cambio di tipologia dei turisti, spopolamento della montagna ripreso in questi ultimi anni, si vedono rilanciati alcuni progetti di importi finanziari importanti ma anche di impatto paesaggistico significativo; tra questi il pluriannunciato collegamento a funi tra la Doganaccia, sul versante pistoiese, e il Corno alle Scale sul versante bolognese. 15.700.000 € di investimenti previsti e già preannunciati da Governo nazionale e Regione Toscana, priorità nella scala degli investimenti invocata a gran voce dagli enti locali ma anche molte incognite su chi gestirà gli impianti e sui costi paesaggistici oltre che su quelli ambientali. Non a caso, il 18 giugno scorso ci fu una manifestazione importante sul crinale, che radunò oltre 500 ambientalisti ma anche tanti cittadini della montagna allarmati per il proprio territorio. Da quella manifestazione è nato il “UN ALTRO APPENNINO È POSSIBILE — VERSANTE TOSCANO” che raggruppa diverse sezioni del C.A.I. toscano insieme al Comitato Regionale CAI Toscana, varie sezioni di Italia Nostra, Legambiente di Pistoia, gli Amici del Padule di Fucecchio e per la Biodiversità, la LIPU, WWF Pistoia-Prato, Trekking toscana e l’adesione individuale di numerosi cittadini. Comitato che intanto lunedì 21 agosto incontrerà il Sindaco Luca Marmo e che ha promosso una manifestazione pubblica per venerdì 25 agosto alle ore 21 presso la Sala Baccarini di S. Marcello P.se dove Mauro Chessa del CR TAM CAI Toscana riassumerà i dati più salienti e le criticità ambientali del progetto a cui il Comitato si oppone e le associazioni aderenti al Comitato potranno argomentare il proprio parere e la propria idea di montagna sostenibile. Perché questo è un altro dato significativo di questo Comitato: non solo NO alla funivia ma anche SI a progetti di Rilancio della Montagna o Patto per la Montagna, che partano da:
– riconoscere che chi abita in montagna deve godere di pari opportunità rispetto a chi vive in altre aree dell’Italia e della Regione.
– consapevolezza che la Montagna è una grande risorsa ambientale, paesaggistica, di valori culturali, storia e tradizioni che costituiscono gli elementi principali su cui fondare le azioni della “riconversione ecologica” da tutti auspicata e sostenuta.
– i boschi della Montagna sono grandi produttori di Ossigeno, risultato della trasformazione della CO2, prodotta altrove. Questa funzione va riconosciuta e tutelata con progetti di investimento che producano occupazione per la cura dei boschi abbandonati (Comunità del Bosco) e l’assetto idrogeologico e cura del territorio.
– sostegno e supporto a TUTTE le imprese operanti in Montagna, anche con una Fiscalità di Vantaggio che ne sostenga la competitività, perché con la loro presenza garantiscono i posti di lavoro che sono indispensabile elemento delle comunità.
– definizione dei servizi essenziali (sanità, assistenza, istruzione) e garantire la permanenza di un livello adeguato degli stessi.
– mantenimento e adeguamento delle infrastrutture di collegamento (strade e ferrovia) che oggi sono inadeguate alla loro originaria finalità ed in alcuni casi in stato di abbandono. Fra queste anche le infrastrutture di banda larga che non sono prestanti come in altre realtà, fondamentali per imprese e cittadini.
– il turismo deve essere ridefinito come tipologia e scopo, nella convinzione di non voler trasformare i territori marginali in grandi parchi giochi per un turismo di massa mordi e fuggi, ma puntare a un tipo di turismo “slow”, culturale, esperienziale e legato al verde, alla storia locale, ma anche allo scoutismo, al turismo scolastico, quello dei cammini religiosi e delle attività sportive in natura. Turismo che deve produrre reddito soprattutto sui territori ed essere finalizzato a contribuire alla sostenibilità dei servizi e delle attività economiche del territorio.
3) Confronto con tutti i livelli istituzionali per accompagnare la realizzazione degli obiettivi.

Insomma, si preannunciano un’estate e anche un autunno caldi anche nella montagna pistoiese

Ivano Bechini


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