Mesenotizie la voce delle province

PRATO - "In alcune scuole pratesi, ci sono classi formate da un solo alunno italiano che si trova a dover interagire esclusivamente con bimbi non italofoni. Niente contro l'inclusione, anzi. Ma in un quadro del genere, anche per gli insegnanti diventa un problema garantire un certo livello di didattica, perlomeno inizialmente." Questo l'allarme lanciato da Patrizia Ovattoni, consigliera di Fratelli d'Italia, per un argomento che ha sollevato non poche polemiche qualche giorno fa in commissione. Ovattoni ha raccolto la segnalazione dalla madre di un alunno che si è ritrovato unico studente italiano in una classe frequentata esclusivamente da bimbi originari della Cina. "Penso che l'amministrazione debba concentrarsi sul lato pratico della questione, senza strumentalizzarla sul piano ideologico – ha proseguito l'esponente di FdI - ho chiesto un confronto per capire come vengono costituite le classi proprio perché mi è stato posto questo problema che non è solo di un istituto, ma ne riguarda diversi in alcune zone della città. Nello specifico una classe di San Paolo a netta prevalenza cinese, composta da un solo bambino pratese. L'alunno fatica da un lato a socializzare, anche perché a quell'età i bimbi tendono a fare gruppo soprattutto fra loro ed alcuni parlano mandarino quando sono insieme. Le mamme di alcuni di questi alunni avrebbero addirittura chiesto allo studente cosa ci facesse in questa scuola. Ma stiamo scherzando? In più per le feste di Natale, il tema sarà la Cina e il Capodanno cinese. Così facendo si creano barriere, non si favoriscono né l'integrazione né l'attività didattica. Urge trovare un rimedio, anche ricordando la circolare Gelmini del 2010 che prevedeva un tetto massimo di alunni stranieri del 30% per classe.


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