Mesenotizie la voce delle province

PISTOIA - Hanno scelto luogo, giorno e argomenti giusti per per portare la solidarietà dei pistoiesi al popolo palestinese e hanno fatto centro: il Comitato pistoiese per la Palestina, con alcuni piccoli striscioni, bandiere della Palestina, cartelli al collo e 1000 volantini distribuiti a chi entrava negli stand dei Dialoghi di Pistoia, ha posto il problema del cibo usato come arma nei confronti dei profughi da Gaza e ha trovato ascolto e attenzione da parte di molti dei partecipanti alla kermesse pistoiese, paerticlarmente frequentata ieri pomeriggio. Vari cittadini si sono fermati intorno ai solidali del Comitato ma tanti hanno preso il volantino che poi si poteva leggere anche dentro i tendoni. Ed è un testo che invita a riflettere: “Dopo oltre 220 giorni gli attacchi israeliani hanno ucciso circa 40.000 persone (la maggior parte donne e bambini), hanno provocato più di 80.000 feriti, distrutto le infrastrutture civili e religiose. Oggi a Gaza oltre che per le bombe, si muore anche per fame. L’Integrated food security phase classification ha denunciato che ben presto a Gaza oltre un milione di persone rischierà di morire di fame, mentre da mesi decine di tonnellate di derrate alimentari ed aiuti umanitari sono bloccati dall’esercito israeliano ai valichi verso la striscia di Gaza. Non possiamo dimenticare la strage della farina del 29 febbraio, quando l’esercito israeliano ha ucciso più di 100 persone e ne ha ferite 700 mentre erano in fila per avere un po’ di farina. Non possiamo dimenticare l’uccisione di quasi 200 operatori dell’UNRWA, l’organismo dell’ONU per i profughi palestinesi. Non possiamo dimenticare i 7 operatori internazionali uccisi mentre erano impegnati nella distribuzione di cibo. Il cibo che è vita, sviluppo, tradizioni e convivialità, a Gaza è diventato una terrificante arma di guerra e di stermino al pari delle bombe. Non voltiamo la faccia di fronte a quanto sta accadendo, non perdiamo la nostra umanità.
Chiediamo il cessate il fuoco immediato e permanente e il ripristino degli aiuti umanitari per la popolazione di Gaza STOP AL GENOCIDIO!”
Naturalmente, il tutto si è svolto sotto l’occhio vigile e discreto delle forze dell’ordine.
Ivano Bechini


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