Ultimo Aggiornamento sul sito 25/05/2025 09:35
Mesenotizie la voce delle province
LAMPORECCHIO - Fuggono, da una vita miserabile, dalla paura, dalla guerra, dalla fame; fuggono e cercano un posto per rifarsi una vita. Quasi sempre senza documenti, spesso senza riferimenti, forse ancora più spesso finiscono in mano alla malavita, quasi sempre si nascondono e cercano di essere invisibili agli occhi dei più. A Lamporecchio, li hanno chiamati proprio così e dall’incontro di alcuni di loro, collocati a Casa di Monte in un ex albergo qualche chilometro sopra San Baronto, con alcuni volontari/e della Comunità Solidale Lamporecchio residenti nella frazione collinare, è nato il progetto chiamato appunto “gli Invisibili”. Incentrato su dare risposte concrete, pratiche, ai bisogni di questi rifugiati di vari paesi in attesa di un permesso di soggiorno. Lezioni di italiano insieme a pacchi di vestiti e altre azioni pratiche come contributi per muoversi nella burocrazia italiana, sono alla base di un rapporto che però si è solidificato nel tempo. Tanto che nei giorni scorsi, un giovane Gambiano, Lamin Kandeh di 20 anni, morto a seguito di una caduta da una spalletta del ponte in via Europa a Prato lo scorso 24 agosto e la cui salma si trova ancora adesso nell’Ospedale pratese, è stato ricordato in una cerimonia svoltasi nel pratone accanto la chiesa di San Baronto da un folto gruppo di ospiti del Centro di accoglienza di Casa di Monte insieme a numerosi volontari e amici della Comunità Solidale di Lamporecchio. La cerimonia si è svolta con alcuni ricordi, una preghiera collettiva e una cerimonia tipica del Gambia e alla presenza del fratello del giovane Lamin. Il territorio comunale di Lamporecchio aveva visto i manifesti funerari del giovane con una foto dello stesso e la notizia della morte del giovane ha suscitato molta commozione. Ivano Bechini
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