Pubblicato il 22 agosto, 2023
CRESPOLE - Da poco più di un mese hanno fatto di Crespole la loro casa.
E per ringraziare gli abitanti del borgo dell’ospitalità ricevuta, hanno organizzato un concerto nella casa comunale della Valdiforfora, sabato 26 agosto alle 18, nel quale proporranno il loro ultimo spettacolo.
‘Dai Castelli alle Piazze: un viaggio nel tempo alle radici dei canti popolari”: questo il titolo che i ‘Femina ridens’, così si chiama il duo composto da Francesca Messina e Massimiliano Lo Sardo, hanno dato al loro lavoro, reduce dal Folkfest 2023, uno dei più importanti festival europei di folk e world music.
Il duo ha lavorato per recuperare brani tradizionali di tutte le epoche, cantati in tutta Europa e in moltissime lingue e dialetti, dall’occitano al latino, al galiziano, canzoni e musiche rielaborate per coglierne al meglio l’essenza, calandoli nella contemporaneità.
Quello che ne è uscito è un viaggio spazio-temporale sulle tracce della vocalità mediterranea, che i Femina Ridens considerano il nostro soul.
In scaletta, perciò, sono stati inseriti canti profani della tradizione medievale europea, storie di taverne e di giochi, di guerra e d’amore, che raccontano vite di streghe, giullari, santi e spiriti devianti, ma anche canti della tradizione orale italiana.
E ad accompagnare la voce di Francesca, il suono di strumenti come la symphonia, la ghironda, il santur, il saz baglama, affiancati da moderne chitarre e tastiere elettroniche, suonate da Massimiliano.
L’ingresso sarà a offerta libera, il ricavato verrà utilizzato per il restauro della chiesa paesana dedicata a Santa Maria Assunta.
Cosa vi ha portato a Crespole?
“Erano due anni che cercavamo una casa in montagna- spiega Massimiliano -volevamo scappare dalla città. Avevamo rinunciato, dopo una mezza fregatura che stavamo per prendere. Avevamo detto ‘basta’, non ne vogliamo più sapere niente. Siamo venuti a visitare Crespole, di cui ci avevano detto che era molto bellina. Poi avevamo visto un annuncio di una casa. Ma non ne volevamo più sapere”.
“Io non ne avevo più voglia- aggiunge Francesca –ho detto ‘andiamo a bere al circolino, poi si va via’”.
“Al circolo ho chiesto alla barista: ‘mi sai dire dov’è questa casina? Magari la vediamo da fuori’. ‘Questa è casa mia’, ci ha risposto, ‘se volete ve la faccio vedere anche dentro’”.
E siete rimasti folgorati.
“Una casa bellissima. Una terrazza con la vista sulla vallata, Insomma, vista e presa. Abbiamo fatto il rogito il giovedì, il sabato eravamo a vivere là”.
“Un borgo medievale bellissimo- commenta Francesca –che ti devo dire? Mi sono innamorata. Ho detto: voglio stare qui. Lo sai che pezzi mi vengono fuori se vivo qui? Che musica compongo? Perdo la testa… c’è un bosco nel cervello! Pazzesco!”
E ora, un concerto per ringraziare dell’ospitalità.
“Purtroppo la chiesa di Crespole è messa malissimo- spiega Francesca –sta crollando. Non ci si può entrare. Per cui abbiamo detto: vabbè, vogliamo fare qualcosa per questo paese, per la comunità. Proviamo a raccogliere du’ lire… ma non per noi, per questa bellezza medievale che sta cascando a pezzi!”
“La Messa la fanno nella cappellina accanto- aggiunge Massimiliano –hanno messo un telo, e usano quella sede”.
“Facciamo qualcosa finché possiamo. Ancora non è persa. Tutto quello che si può fare và fatto”.
“Anche per animare, per fare qualcosa che fuori dai soliti binari della festa con la cena”.
Avete fatto un disco di musica medievale, cosa c’è di più indicato…
“Noi ci proviamo- prosegue Francesca –se venisse gente e si riuscisse a raccattare qualche soldo per tirare su ‘sta chiesa, io sarei felice. Lo facciamo esclusivamente per la comunità. E per vedere se, magari, si inizia a incuriosire la gente a qualcos’altro: non si campa di solo pane, anche un po’ di cibo spirituale!”
“Lo spettacolo che proponiamo è nuovo rispetto al disco di musica medievale- spiega Massimiliano –viene a coronare i suoi studi di etnomusicologia, si parte dal medioevo e si arriva alla musica tradizionale, alla ricerca delle radici della musica popolare”.
“Del canto popolare- conclude Francesca –un modo di cantare che è tipico nostro, che viene da qua. E ci sono delle assonanze fra la Toscana e la Sicilia. Ogni brano è accompagnato da piccoli aneddoti che fanno capire qual è il filo che li lega”.