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SARTO PER SIGNORA

Pubblicato il 01 gennaio, 2016
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Dopo il successo di Due di noi, torna al Manzoni in apertura del Nuovo Anno, dall'8 al 10 gennaio, Emilio Solfrizzi, protagonista del divertentissimo vaudeville di Georges Feydeau (il meglio della commedia francese dopo Molière) SARTO PER SIGNORA, proposto nella traduzione, adattamento e regia di Valerio Binasco.
Un gruppo di ottimi attori affianca Solfrizzi sul palco: Viviana Altieri, Anita Bartolucci (protagonista di molti spettacoli 'storici' di De Lullo e Ronconi), Barbara Bedrina, Fabrizio Contri, Cristiano Dessì, Lisa Galantini, Simone Luglio, Elisabetta Mandalari. Lo spettacolo, prodotto da Roberto Toni per ErreTiTeatro30, si avvale della scena di Carlo De Marino, animata dai costumi di Sandra Cardini, dalle luci di Pasquale Mari e dalle musiche di Arturo Annecchino. Rappresentata per la prima volta nel 1886, la commedia di Feydeau, i cui ingredienti sono scambi d'identità, sotterfugi, equivoci e amori segreti, è ambientata a Parigi e narra del dottor Molineaux, fresco di matrimonio ma dai dubbi comportamenti coniugali. Il protagonista in questione, infatti, avendo un animo libertino, tradisce la moglie con un’avvenente signora, e per poter incontrare la sua amante senza destare alcun sospetto si finge sarto, creando così una serie di simpatiche ed esilaranti gag che coinvolgono tutti i protagonisti della pièce. Una comicità amplificata dal virtuosismo tecnico dell’autore capace di assommare colpi di scena comici ed equivoci con la precisione di un chirurgo... La compagnia incontrerà il pubblico sabato 9 gennaio alle ore 17,30 alla Sala Cinzia Lupi dell'Ospedale San Jacopo nell'ambito dell'iniziativa, già varata con successo lo scorso anno, “Il teatro si racconta al San Jacopo”, in collaborazione con la Direzione Generale Asl 3. A condurre l'incontro il giornalista e critico di teatro Gabriele Rizza (ingresso libero fino ad esaurimento posti). Così Valerio Binasco (prima volta, per lui, da regista, nella stagione in abbonamento del Teatro Manzoni descrive il suo rapporto con Feydeau: “Il fatto che abbia scritto soltanto esilaranti commedie di situazione (...) lo colloca nel ristretto numero degli autori teatrali ‘puri’, che non fanno letteratura, ma grande Teatro. C’è una poesia tutta speciale, nell’arte di far ridere (…). È un poeta capace di creare esseri senza peso, immersi in situazioni pesantissime. Questa leggerezza gli viene dal teatro dei burattini, e mi sembra che sia una magnifica eredità, che tutti i teatranti dovrebbero prima o poi condividere. È un poeta del comico del tutto libero da qualsiasi tentazione intellettualistica (...). Feydeau si rivolge agli attori e al pubblico. Scrive un teatro che necessita solo di un palcoscenico e di grandi interpreti. Interpreti che sappiano essere 'grandi' come i burattini del Guignol. E che se ne freghino di tutto il resto. Sono onorato di dirigere questo capolavoro della leggerezza, e di poterlo fare con un ensemble di attori come questo. Come spesso accade, tra le righe di un capolavoro di leggerezza, ci sono poi tanti livelli da esplorare. Quello più impressionante, per me, è la cura che questo grande scrittore dedicava a tutti i dettagli del comico. È una macchina che scorre velocissima, la sua, ma il meccanismo è delicato e minuzioso. Bisognerà stare attenti a non trascurare nemmeno il rumore della maniglia di una porta, perché è ‘pensato’ per contribuire a quella sinfonia perfetta che sono i suoi copioni. (...) Il regista deve trasformarsi in una specie di direttore d’orchestra, attento ad ogni minimo strumento. Ma così è, quando si incontra il grande teatro scritto per il palcoscenico e per gli attori. L’unico teatro capace di creare pura gioia.”

Prevendita: Biglietteria Teatro Manzoni Pistoia 0573 991609 – 27112
www.teatridipistoia.it


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