Mesenotizie la voce delle province

COLLODI - La Società Europea di Cultura (SEC), che da qualche anno ha la sua sede a Collodi (Pescia), vola a Bruxelles per celebrare i suoi 75 anni con un convegno dal titolo L'Europe entre géopolitique et identité culurelle, il 12 e 13 giugno 2025.



L'iniziativa, patrocinata dalla Regione Toscana e dalla Fondazione Nazionale Carlo Collodi, è ospitata nella sala convegni della Regione Toscana a Bruxelles, dove Silvia Burzagli, dirigente dell'Ufficio della Regione Toscana a Bruxelles, farà i saluti iniziali.

Dopo i saluti, il convegno inizierà con l'intervento di apertura del Presidente della SEC, Pier Francesco Bernacchi. Seguiranno gli interventi dei rappresentanti internazionali della SEC.



Tenendo presente il ruolo che la SEC ha rivestito negli anni della Guerra fredda per promuovere un dialogo tra i blocchi contrapposti, è necessario oggi prendere atto del radicale cambiamento dello scenario internazionale a cui stiamo assistendo e, di conseguenza, aprire un dibattito approfondito sui nuovi orizzonti. Resta fermo il proposito della SEC di mantenere sempre viva l'intuizione che si manifestò nel momento della sua fondazione in Palazzo Ducale a Venezia e che si può riassumere in quanto allora si disse: «Les forces de la culture, essentiellement libres, et dont la solidarité ne connaît pas des frontières doivent les premières s'engager afin d'éviter la défaite de l'homme ».



La Sec si propone di riaccendere la riflessione internazionale su globalizzazione dell'economia e globalizzazione della cultura; se esiste ancora un'Europa tra l'Atlantico e gli Urali; sulla tensione tra identità culturale europea e movimenti nazionalisti; sulle sfide globali, come il cambiamento climatico, con cui tutti i paesi del mondo devono confrontarsi; sull'influenza delle fake news nello scenario internazionale; sul compito della SEC nel promuovere incontri e pubblicazioni che mantengano viva la sua originale aspirazione al dialogo e al confronto: «la culture naîtra de nos désaccords» (J.- A. Maydieu).



Le lingue del convegno saranno l'italiano, il francese e l'inglese.



GIOVEDÌ 12 GIUGNO: PROGRAMMA

Giovedì 12, dalle 14:30 alle 17:30, sarà possibile seguire il convegno al link

https://zoom.us/j/98750180029?pwd=hYlmP56ThasX2mrpx30Hmbf13jwPVZ.1

Gli interventi e gli argomenti saranno: Pier Francesco Bernacchi interviene su: "La Società Europea di Cultura nell'attuale scenario europeo e internazionale"; Francesco Leoncini, vice – presidente internazionale della SEC, interviene su "Dalla "Giovine Europa" alla Federazione Europea. Il riscatto di un'idea" mentre Michael Schäfer, vice-presidente internazionale della SEC, su "Reshaping Europe in a new multipolar world". Seguono: Anastasia Grusha, Università Statale Lomonosov di Mosca su " Il dialogo culturale tra la Russia e l'Ovest: il ruolo della SEC"; Fabio Guidali, Università di Milano, su " La SEC est-elle un mouvement pacifiste ? Réflexions sur la pensée de Campagnolo en pleine guerre froide"; Anna Wasilewska, Centro SEC Polonia, Présentation du programme actuel et perspectives du centre polonais, Erika Bernacchi, Università Pegaso, L'Europa davanti alla sfida della multiculturalità, Lorenzo Franchini, Università Europea di Roma, La rivista Comprendre come veicolo di dialogo aperto e identitario.









VENERDÌ 13 GIUGNO: PROGRAMMA

Venerdì 13 i lavori sono in programma nella mattina, dalle 9.30 alle 11.30, e si potranno seguire a questo secondo link

https://zoom.us/j/99815945429?pwd=HOu7XVzIhKtJKY3yRJUh8uymV2S2nz.1

I relatori saranno: Andrea Grieco, Neurologo e psicoterapeuta, Per una medicina rinnovata: prima della malattia verso la salute; Marina D'Amato, Professore Ordinario di Sociologia, Presidente della Via Europea della Fiaba parlerà di Contes de fées européens: l'universalité des valeurs culturelles; Lorenza Saettone, Università di Genova, Etica per e nelle Intelligenze Artificiali ; Loredana Lignola, Fondazione Nazionale Carlo Collodi, L'educazione come strumento per contrastare il disagio giovanile nel contesto geo-politico odierno; Carmela Federico, Avvocato e presidente dell'associazione culturale "La Rivincita", Per una migliore inclusione sociale: politica e cultura a sostegno dei giovani; Zisis Aggelidis, Università Aristotele di Salonicco, con Stelios Aggelidis, Consulente di aziende turistiche intervengono su: Proposte per affrontare il cambiamento climatico: conclusioni delle conferenze del 2024 – aprile 2025.

A chiusura la Tavola rotonda per riflettere sul ruolo della SEC nell'attuale contesto geopolitico, seguite da un dibattito con i partecipanti.





La Société Européenne de Culture fu fondata in Palazzo Ducale a Venezia nell'assemblea che si svolse tra il 28 maggio e il 1° giugno 1950. L'ispiratore e il fondatore fu Umberto Campagnolo (1904-1976). Nel '45 era uscito il suo opuscolo intitolato Repubblica federale europea. Egli veniva dagli studi di diritto internazionale compiuti a Ginevra sotto la guida di Hans Kelsen e nel '38 aveva pubblicato Nations et droit, in cui aveva sostenuto che il diritto internazionale sarebbe dovuto scomparire per dar vita a una civitas maxima nella quale sarebbe venuta meno la differenza stessa tra cittadino e straniero.

Ma un'Europa distrutta dalla guerra e un mondo diviso in blocchi contrapposti rendevano del tutto prematura quella visione politica ideale.

Di qui il passaggio al ruolo della cultura. Bisognava fare appello all'Europa della cultura. Se la politica divide, la cultura unisce. In questo progetto di unificazione culturale dell'Europa, un'Europa che va dall'Atlantico agli Urali, e che quindi deve necessariamente comprendere la Russia, e la sua cultura di altissimo rilievo, Campagnolo trovò il pieno appoggio di Norberto Bobbio.

Quest'ultimo ne parlò ampiamente in un saggio dal titolo Politica culturale e politica della cultura nella sua ben nota raccolta Politica e cultura (Einaudi, 1955), più volte ristampata.

Non è chi non veda l'attualità di questo pensiero in un'Europa, e in mondo, nuovamente diviso e frammentato.

Nell'Assemblea costitutiva si affermava la necessità di uscire dalla logica tipica dello spirito di guerra, dalla contrapposizione oui ou non, ovvero aut-aut, e si sottolineava invece l'urgenza di adottare la formula oui et oui, «car les valeurs essentielles, où qu'elles soient, ne doivent pas être laissées à la merci de la violence». Più oltre si precisava : «Les forces de la culture, essentiellement libres, et dont la solidarité ne connaît pas des frontières doivent les premières s'engager afin d'éviter la défaite de l'homme».

L'abate Jean-Augustin Maydieu, esponente di quell'intellettualità cattolica francese assai rilevante nella prima metà del Novecento, intitolava significativamente un suo contributo in uno dei primi numeri dell'organo della Société «Comprendre»: La culture naîtra de nos désaccords, e sosteneva che «una società in cui il disaccordo non avesse più spazio sarebbe la più terribile delle prigioni».


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