Pubblicato il 25 novembre, 2023
LAMPORECCHIO - "Sally è una donna che non ha più voglia di fare la guerra...Sally ha patito troppo": questa citazione tratta dalla famosa canzone di Vasco Rossi era stata trascritta su una delle scatole "evocative" da cui è uscito un palloncino rosso. Dietro questa realizzazione ci sono gli alunni della Scuola Media F. Berni di Lamporecchio che hanno dato vita, con il supporto degli insegnanti Montomoli, Bindi, Vescovi, Leone, Piro, Fiorineschi, Lazzerini e Pieri ad un progetto in occasione della GIORNATA CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE. La mattinata è iniziata con le parole della Dirigente GIulia Iozzelli che ha ribadito quanto la scuola possa essere sempre letta e vissuta come la più grande occasione di vita e, soprattutto, la reale palestra di libertà che, oltre che garantire un successo formativo, deve preparare nuovi cittadini responsabili sia dal punto di vista civico che emotivo. Il cartellone senza dubbio più commovente è stato quello finale sorretto dalle mani dei ragazzi sul quale c'era scritto SIAMO TUTTE GIULIA. Prima di un epilogo davvero emozionante e toccante sulle note di Sally, gli alunni delle classi terze hanno performato alcune letture riguardanti tre donne tristemente famose che hanno subito vessazioni e violenza fisica e psicologica: Franca Viola che si oppose al matrimonio riparatore, Lucia Annibali, sfregiata con l'acido dal mandante inviato dal suo ex compagno e Italia Donati, la maestra, a noi nota, che scelse la via del suicidio come unica arma di giustizia e libertà. Purtroppo spesso siamo costretti ad affrontare il tema del femminicidio perché dall'inizio dell'anno sono state uccise 100 donne e il numero, purtroppo, ogni giorno sembra non arrestarsi. La storia della giovane Giulia ha scosso e mosso le coscienze individuali e collettive e nessuno di noi può rimanere indifferente ad uno scempio che sembra ormai diventato routine. Noi docenti ogni giorno cerchiamo di educare al rispetto e all'affettività per poter dare una risposta fattiva e quotidiana a questo analfabetismo emotivo che ormai sembra imperante. I volti e le parole dei giovani sono le armi di forza e coraggio che devono smuovere gli animi per orientarli in un orizzonte fatto di equità e di un amore sano e per poter parlare, davvero, di PARITA'. Tutto il corpo docenti e La Dirigente sperano che in futuro siano le virtù e le buone emozioni a trionfare e che AMARE corrisponda a SCEGLIERE ED ESSERE LIBERI. Ringraziamo il consigliere alle pari opportunità Paola Biondi e l'assessore Stella Volpi che oltre ad aver dato la possibilità ai nostri alunni di far sentire la propria voce, hanno presenziato all'evento. Nel finale gli alunni hanno deposto circa sessanta fiori colorati realizzati da loro stessi, come simbolo delle donne uccise e la banchina antistante la scuola d'un tratto ha brillato di speranza: che quei fiori possano non appassire mai ma che rimangano sempre intatti e profumati di VITA.
“Desidero ringraziare la Dirigente Scolastica e i docenti”, afferma Paola Biondi, consigliere comunale con delega alle pari opportunità, “per aver supportato di nuovo con convinzione la scelta dell’ Amministrazione di coinvolgere le scuole in progetti partecipativi e di grande valore educativo su una tematica difficile come quella della violenza sulle donne. I ragazzi hanno dimostrato sensibilità, rispetto e anche amore nella realizzazione e nell'esecuzione della performance, commuovendo i presenti. Importante è stato l'aver ricordato anche i percorsi e le battaglie per ottenere leggi fondamentali a difesa delle vittime di violenza. Dal 1996 lo stupro è riconosciuto come crimine contro la persona e non più contro la morale pubblica. In questi giorni in tv sta andando in onda la miniserie sul massacro del Circeo: dal 1975 al femminicidio di Giulia Cecchetin, si ha l'impressione che concretamente sia cambiato poco. È sacrosanto che ci sia la legge, ma è vergognoso che sia stata fatta solo circa trent'anni fa. In un paese civile bisognerebbe impostare lo Stato su quei cardini. La legge serve a punire quando il fatto è già accaduto, ma non è la soluzione. Il cambio deve essere di pensiero, di empatia. Sta svanendo la condivisione del dolore dell'altro. Conta solo quello che è giusto per me. I ragazzi ci hanno parlato di donne coraggiose, e dobbiamo ricordare queste donne: lo dobbiamo a loro e a tutte quelle donne che in ogni momento rischiano la vita per mano di qualcuno che ha deciso che sono fuori posto, che vanno corrette, che vanno calpestate e poi uccise”.