Pubblicato il 22 agosto, 2023
FIRENZE - Temperature da record per questa estate toscana ma nei palazzi del potere si suda freddo. Soprattutto chi aveva scommesso molto del proprio futuro politico, oggi si rende conto che rischia di essere travolto dalla superficialità con cui questa operazione di ingegneria istituzionale chiamata provvisoriamente Multiutility è stata costruita. Tanto che questa mattina, la Corte dei Conti ha sostanzialmente dichiarato inammissibile la fusione per incorporazione anche di Consiag spa, società patrimoniale partecipata dai Comuni. Quindi ad Alia Servizi ambientali spa (società incorporante) è stato trasferito l’intero patrimonio di Consiag spa comprensivo delle reti e degli impianti idrici comunali di cui era conferitaria. Ma le infrastrutture idriche si configurano come beni demaniali per espressa previsione dal Codice civile (artt. 822 co2 CC; 823 CC; 824 co1 CC), del T.U.E.L, del testo unico dell’ambiente. La natura demaniale di detti beni comporta la loro inalienabilità. Non solo, ma l’art.21 del d.lgs 201/2022 ha riconfermato la natura demaniale, nonchè l’incedibilità delle proprietà delle reti, degli impianti e delle altre dotazioni idriche consentendo esclusivamente il conferimento delle stesse in società a capitale interamente pubblico incedibile. E la sezione regionale di Controllo per la Toscana della Corte dei Conti (n. 159/2023), rispondendo ad una richiesta di parere ritualmente formulata dal Sindaco del Comune di Loro Ciuffenna, da sostegno alle ragioni dei sempre più numerosi oppositori dell’operazione Multiutility. Chiaramente, il Coordinamento toscano delle associazioni e comitati No Multiutility fa notare che “Appare evidente che il parere della Corte dei Conti Toscana rimette quindi in discussione l’intera operazione Multiutility che, attraverso l’apertura ai privati e la quotazione in borsa, si prefigurava di sottrarre al patrimonio pubblico, per immetterle sul mercato privato, anche le infrastrutture strategiche che per legge devono rimanere in mano pubblica. La politica tutta, a livello regionale e locale non può più permettersi di stare a guardare, trincerandosi dietro la scusa dell'Autonomia di mandato dei sindaci, mentre vengono imposte decisioni che vanno ad impattare su questioni di più alto interesse. Ci chiediamo come abbiano potuto i tanti Sindaci, amministratori e consiglieri che hanno sostenuto l’operazione Multiutility, accettare di mettere a disposizione degli interessi privati il mercato dei servizi locali comprensivo delle infrastrutture strategiche. Era già tutto talmente chiaro, che ai sindaci e consiglieri che hanno avviato la cessione con il loro voto, era stato segnalato a più riprese, sia dai cittadini attraverso lo strumento delle osservazioni, sia dagli altri consiglieri di opposizione, che per tutela sia dei beni comuni demaniali che per tutela personale sì sarebbero dovuti opporre anziché votare a favore di questa cessione, esponendosi così anche ad un potenziale danno erariale verso i comuni da loro amministrati. Ci attendiamo che si proceda a rivedere le posizioni assunte e che si apra finalmente una discussione seria ed approfondita con i cittadini finalizzata all’introduzione di modelli di gestione effettivamente pubblica e partecipativa per mettere finalmente in discussione le scelte adoperate finora da singoli sindaci e soprattutto per rivedere quelle deleghe, date ai consigli di amministrazione che continuano a dimostrarsi indegnamente non all'altezza del compito a loro assegnato.” Ma i Comitati non si fermano qui e cominciano a chiedere la testa di qualcuno: “Per questo riteniamo obbligatoria e non più rimandabile la richiesta di avvio di una fase riflessiva profonda, che dimostri la sua reale volontà e serietà attraverso un primo importante atto di sfiducia e sostituzione del Consiglio di Amministrazione di Alia a partire dal suo Amministratore Delegato.”
Ivano Bechini